Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto il 21 ottobre al Quirinale il direttore dell'istituto di Farmacologia della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica Carlo Patrono, insignito del Grand Prix Scientifique 2013 dell'Institut de France, il più importante riconoscimento mondiale per la ricerca in ambito cardiovascolare. All’udienza privata erano presenti il rettore Franco Anelli, il preside della facoltà Rocco Bellantone e la professoressa Bianca Rocca, dell’istituto di Farmacologia (nella foto, da sinistra, il professor Patrono, il professor Anelli e il presidente Napolitano).

Da sinistra: il professor Carlo Patrono, il rettore Franco Anelli e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Il farmacologo della Cattolica, accademico dei Lincei, è considerato il “papà” dell’aspirinetta, il farmaco salvavita da rischio infarto e ictus, insieme al farmacologo irlandese Garret FitzGerald, chairman del dipartimento di Farmacologia della Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania a Philadelphia. I due farmacologi sono stati insigniti del premio più prestigioso al mondo per la ricerca cardiovascolare: il Grand Prix Scientifique 2013 dell’Institut de France Fondation Lefoulon-Delalande, assegnato da un comitato scientifico internazionale composto da 14 membri, di cui lo scorso aprile diede notizia la prestigiosa rivista Science.

Il premio, dell’ammontare di 500 mila euro, attribuisce loro, appunto, la “paternità” dell’aspirina a basse dosi come farmaco antitrombotico (ovvero che contrasta la formazione di pericolosi trombi nelle arterie). «Una paternità della quale – spiega il professor Patrono – io e Garret condividiamo il coraggio iniziale e la responsabilità da oltre 30 anni». L’alta onorificenza è stata consegnata a Parigi il 5 giugno nella sede dell’Institut de France. A Patrono e FitzGerald va il merito di aver compreso l’azione pro-trombotica di alcune prostaglandine, piccole molecole di natura lipidica prodotte dal nostro organismo, e l’efficacia delle basse dosi di aspirina nel contrastare selettivamente la loro produzione da parte delle piastrine del sangue, risparmiando la formazione di altre prostaglandine ad azione protettiva.