E' stata una vera sorpresa per le oltre 700 matricole ricevere un saluto particolare nel giorno a loro dedicato, il Welcome day, dal Premio Nobel per la Medicina 2008 Luc Montagnier, scopritore del virus dell'Hiv responsabile dell'Aids, ospite d'onore della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica. Ai nuovi iscritti ai corsi di laurea di Medicina e di Economia riuniti nell' Aula Gemelli degli Istituti Biologici della sede di Roma lo scorso 10 ottobre, Montagnier ha ricordato che «diventare ottimi medici non vuol dire solo studiare con impegno ma anche acquisire le capacità indispensabili per poter dialogare con umanità con il paziente». Montagnier ha ricordato le prime lezioni importanti della sua vita: al liceo le lezioni di latino e greco e all'Università la prima lezione di Semiotica, la scienza dell'imparare dai segni clinici. «Oggi - ha detto lo scienziato - abbiamo test di laboratorio che rendono più facile la diagnosi e grazie ai progressi della medicina siamo riusciti a prolungare le aspettative di vita dei pazienti, ma ci sono patologie ancora da combattere come l'Aids per il quale non esiste il vaccino e malattie molto complesse come Alzheimer e Parkinson, malattia di cui ha sofferto Papa Giovanni Paolo II e a cui ho proposto una cura nell'ultimo periodo della sua vita. Oggi la parola d'ordine deve essere prevenzione che si può attuare correggendo gli stili di vita, evitando gli eccessi nel mangiare e nel bere e non fumare, fattori di rischio che accorciano la vita: non dobbiamo mai dimenticarci che la salute è un capitale limitato e questo va ricordato ai pazienti».

L'incontro con il Premio Nobel è stato preceduto dalla celebrazione eucaristica presso la chiesa centrale dell'Ateneo officiata dagli assistenti spirituali della sede universitaria e presieduta da Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale della Cattolica.

«Come ha precisato Montagnier - ha detto il preside della facoltà di Medicina Rocco Bellantone ai ragazzi riuniti in aula Gemelli al termine della Messa - la medicina non può essere una scienza arida: un buon medico deve avere anche una profonda umanità». Bellantone ha poi sottolineato che gli studenti sono parte integrante dell'Ateneo. «Quello che state per vivere sarà uno dei periodi più belli della vostra vita - ha aggiunto - anche io mi sono ritrovato matricola 42 anni fa seduto in quest'aula come voi. Studierete in una Facoltà il cui vero valore è quello di essere cattolica. Capirete in questi anni che essere medici cattolici significa essere al servizio del prossimo per curare le malattie, ma anche per stare accanto alla persona che soffre facendo propria la sua sofferenza». Poi ha ricordato con soddisfazione dell' "ultimo nato di questa grande famiglia" la laurea in lingua inglese "Medicine and Surgery", un corso internazionale per studenti provenienti da ogni parte del mondo, pensato per formare una nuova tipologia di medico con una preparazione che gli consenta di inserirsi in un mondo globalizzato. Anche il Preside della Facoltà di Economia, Domenico Bodega ha rivolto un caloroso saluto alle matricole. «Vogliamo che da questo Ateneo, da questa Facoltà - ha detto - tutti, nessuno escluso, posseggano il senso e la responsabilità del progresso, del contribuire con il proprio vissuto, la propria biografia, la propria competenza alla realizzazione di piccoli e grandi progetti, per se stessi e per gli altri. Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ciascuno di voi nella costruzione della propria educazione, della propria competenza, partendo da quella responsabilità e da quel rispetto che dovete a voi stessi. Ognuno di voi sa fare bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. E noi vi aiuteremo. La storia non è stata fatta da gente che ha lasciato perdere quando il gioco si faceva duro, ma da chi è andato avanti, ha provato e riprovato con più impegno. Noi vi sosterremo in questo percorso».

Anche il prof. Marco Elefanti, direttore amministrativo dell'Università Cattolica ha ricordato ai neoiscritti che dopo una dura selezione ora hanno una grande opportunità: «opportunità che avete voluto e cercato voi stessi - ha detto - e una grande responsabilità: quella di cogliere gli stimoli scientifici e le occasioni professionali che si presenteranno al termine dei vostri studi. Qui farete un'esperienza umana, didattica e scientifica straordinaria. Noi vogliamo offrirvi il meglio pur in una situazione economica e finanziaria difficile sia per il Paese che per la nostra Istituzione».

Dopo la proiezione del video sulla vita di Padre Gemelli la parola è passata ai "testimoni della memoria", i docenti protagonisti della storia dell'Ateneo e del Policlinico Gemelli: Gennaro Nuzzo, già direttore dell'Istituto di Patologia speciale chirurgica dell'Università Cattolica di Roma, Severino Sterpi, già professore ordinario di Economia Politica alla Facoltà di Economia dell'Università Cattolica di Milano e Numa Cellini, già direttore dell'Unità Operativa di Radioterapia 2 del Gemelli. Tra aneddoti di vita goliardica e un antipasto di lezione accademica i tre docenti hanno suscitato l'entusiasmo delle matricole maggiormente consapevoli della responsabilità di essere entrate a far parte della grande storia dell'Università Cattolica cui toccherà anche a loro dare seguito.