Un progetto di scambio scientifico tra ricercatori e di cooperazione internazionale tra l’Europa e il Sud America. Micro-Andes, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro, è coordinato dalla sede di Piacenza e Cremona dell’Università Cattolica, che guiderà per tre anni le attività scientifiche di centri di ricerca di eccellenza europei e latino americani. Insieme alla sede piacentina saranno impegnati lo University of Eastern Finland di Kuopio, il Consejo Superior de Investigationes Cientificas e l’Universidad de Valencia, che collaboreranno con l’istituto di riferimento argentino per la ricerca sui Lattobacilli (Cerela) e la Universidad Nacional Autonoma de Mexico (Unam), la più grande università dell’America Latina.

Il progetto, coordinato dal professor Pier Sandro Cocconcelli, costituisce un esempio di “Azioni Marie Curie dell’Unione Europea per la promozione delle carriere nella ricerca scientifica”. «Ai ricercatori europei e latino-americani viene offerta l’opportunità di svolgere il loro lavoro di ricerca nei paesi coinvolti, di mettere a disposizione differenti competenze scientifiche, confrontare idee e metodologie, sviluppare nuove soluzioni - sottolinea il professor Cocconcelli -. Con un totale di 30 persone tra dottorandi, ricercatori e docenti di differenti competenze accademiche (microbiologi degli alimenti, tecnologi, agronomi, biologi molecolari) e 140 mesi di collaborazioni in tre anni, il progetto “Micro-Andes” costituisce un’opportunità mai avuta in precedenza per l’ateneo di trasferire e acquisire nuove conoscenze e al contempo per favorire l’internazionalizzazione della ricerca scientifica e della cultura».

Obiettivo centrale di “Micro-Andes” è quello di studiare la diversità microbica e i processi di produzione degli alimenti fermentati tradizionali andini mediante lo scambio di conoscenze scientifiche per riscoprire l’importanza della tradizione e delle culture primitive latino-americane. La regione andina con le sue riserve naturali, la differente topografia e le fluttuazioni climatiche costituisce infatti un importante serbatoio di prodotti tradizionali e di biodiversità genetica. In particolare, il progetto si propone di studiare alimenti fermentati prodotti in Messico, Argentina e Perù; tra questi, Atole Agrio (Mexico) e Chica (Argentina), bevande fermentate a base di mais, carne di lama e prodotti fermentati a base di quinoa e amaranto (Argentina) e Tocosh (Perù), prodotto fermentato a base di patate.