Dalla scoperta di un borgo dimenticato nell'Oltrepò pavese a un sito fortificato a 2.200 metri in alta Val Camonica. Fino alla chiesetta dei santi Filippo e Giacomo di Nosedo a Milano. Per far tornare alla luce abitati medievali, monete, scheletri, manufatti. In questi tre siti gli studenti dell'Università Cattolica hanno avuto l'opportunità di sperimentare sul campo, negli ultimi tre anni, il mestiere di archeologo, grazie a progetti che hanno visto la collaborazione tra l'Ateneo, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia e i Comuni interessati.

A Monte Pico, un abitato fortificato nel comune di Fortunago (Pv), da tre anni lavora un'équipe di cui fanno parte anche alcuni studenti volontari della Cattolica, guidati da Silvia Lusuardi Siena, docente di Archeologia medievale. Rimasto per decenni nascosto dalla vegetazione, l'antico luogo è stato riscoperto grazie all'interesse del sindaco e alla passione del proprietario che ogni anno, d'estate per un mese, ha finanziato i lavori di scavo nell'area.  

Monte Pico, noto dai documenti scritti a partire dal X secolo, risulta appartenere al patrimonio di nobili famiglie del territorio, tra cui i Malaspina. Il sito conserva tracce di una lunga frequentazione dalla Preistoria agli inizi del Novecento. Sono stati rinvenuti resti imponenti di due cinte murarie, una più esterna con funzione difensiva (XII-XIII secolo) e una più interna. E ancora strutture riconducibili alla divisione di un abitato probabilmente piuttosto ampio almeno in età moderna, come testimonia la presenza di una monumentale cisterna poi trasformata in ghiacciaia. Tra i materiali finora recuperati, oltre a frammenti di pentolame da fuoco e di ceramica graffita da tavola di produzione padana databili a partire dal XIV secolo, a reperti vitrei e monete, vanno ricordati in particolare una punta di freccia e un'ascia in pietra verde del Neolitico, indizi dell'antichissima frequentazione del sito.

Il convegno "Casteggio e l'antico: 25 anni di studi e ricerche archeologici in provincia di Pavia" il 19 ottobre sarà un'occasione per l'Università Cattolica di illustrare il progetto (www.museocasteggio.it).

Resti medievali, tra i più alti d'Europa, sono stati ritrovati oltre i 2.200 metri d'altezza a Tor dei pagà nel comune di Vione (Bs). Un team di archeologi, sotto il coordinamento scientifico del professor Marco Sannazaro, dal 2011 sta lavorando per riportare alla luce i resti di un sito militare della fine del XIII secolo del quale sono riemersi torri, mura e ambienti d‘uso. A permettere di datare il sito in quest'epoca storica sono stati, quest'anno, il ritrovamento di due monete, frammenti di bicchieri in vetro e punte di balestra. Oltre all'Università Cattolica di Milano e Brescia che ha messo a disposizione una ventina di studenti volontari il progetto "Vione archeologica" coinvolge diversi enti tra cui il Comune camuno e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Prossimamente interverranno sul sito anche ricercatori dell'Università di Cambridge che saranno impegnati nel telerilevamento dell'area. Gli studenti hanno alloggiato presso un rifugio in quota messo a disposizione dal Cai vicino all'area di scavo (www.vione.info).

Anche Milano riserva sempre sorprese in campo archeologico, come è successo alcuni mesi fa in via San Dionigi alla periferia sud est della città. Sotto la chiesetta dei santi Filippo e Giacomo di Nosedo, l'antica Nocetum, sono stati scoperti materiali di epoca romana, tra cui una moneta risalente al 340 d.C., e un'ottantina di sepolture medievali. L'importanza del luogo emerge anche da documenti scritti che attestano la probabile sepoltura del vescovo Onorato (VI secolo) e il palazzo e la zecca di Federico Barbarossa. Il progetto "La valle dei monaci", finanziato dall'associazione Nocetum e inizialmente pensato per il restauro della chiesa, ha coinvolto per gli scavi gli studenti di Archeologia della Cattolica per alcuni mesi fino a metà settembre (www.valledeimonaci.org).

Tutta esperienza che costruisce il bagaglio professionale dei futuri archeologi, oggi studenti del corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali, del corso magistrale in Archeologia e Storia dell'Arte e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici della Cattolica (http://dipartimenti.unicatt.it/starart-scavi-e-ricerche-scavi-e-valorizzazioni).