Favorire la conoscenza del fenomeno migratorio sul territorio locale e diffondere le informazioni necessarie per affrontare la questione con conoscenze verificate e non con pregiudizi e stereotipi. E’ questo l’obiettivo dell’Annuario 2009, il documento redatto dal Cirmib-Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Migrazioni, giunto ormai alla decima edizione. E anche quest’anno non mancano numerosi spunti di riflessione politica e culturale, soprattutto per quel che riguarda lavoro, sicurezza, convivenza e integrazione nella società di accoglienza.

IL LAVORO. È soprattutto riguardo al tema del lavoro che nell’Annuario si sottolinea come, a fronte di una tendenza alla stabilizzazione, 3 su 10 immigrati sono in Italia da più di dieci anni e i possessori di case di proprietà sono saliti dall’8 al 21%, appare di un certo allarme la crescita del tasso di disoccupazione dal 4 al 7% nell’ultimo anno, segno di una crisi che tocca direttamente anche questa parte di popolazione e che, proprio attraverso il lavoro, sviluppa il proprio processo di stabilizzazione e integrazione. La presenza di lavoro irregolare (in nero) per circa il 15% potrebbe in prospettiva aumentare a ridosso della crisi economica, evidente anche a Brescia e provincia. Alcuni dati di ricerca inoltre denunciano la preoccupante situazione della sicurezza sul lavoro, evidenziando come gli stranieri, considerati soggetti a forte rischio di infortunio, secondo l’Inail rischiano il 25% in più dei lavoratori italiani, nel 38% dei casi dichiarino agli intervistatori di non conoscere l’Inail e nel 70% dei casi di non avere mai fatto un corso sulla sicurezza.

INTEGRAZIONE. Riguardo a questo tema è interessante sottolineare l’impegno messo in campo dall’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la multietnicità (Orim), di misurare alla luce di alcuni indicatori (avere un lavoro, un’abitazione, i figli a scuola, l’accesso ai servizi, la conoscenza dell’italiano, buone relazioni, il desiderio di partecipazione, ecc.) il grado di integrazione della popolazione immigrata nei diversi territori provinciali e locali. Per quanto riguarda la realtà bresciana, la popolazione immigrata a Brescia e provincia presenta un valore di integrazione al di sopra della media regionale (0.504 rispetto a 0.496, valore regionale). Si tratta di un livello di integrazione tutto sommato buono, tuttavia al di sotto di altre province come Varese, Lodi, Lecco. La misurazione del grado di integrazione sia come capacità del territorio locale di offrire buone possibilità di lavoro e di accesso ai servizi, sia come capacità dei singoli di realizzare tutta una serie di opportunità, costituisce insieme ad altri indicatori un quadro generale della realtà bresciana tutto sommato positivo, anche se non esente da problematiche anche vistose. In agguato c’è infatti, come già sottolineato, soprattutto la crisi del mercato del lavoro e la conseguente disoccupazione per molti immigrati; ma non vanno sottovalutati altri segnali, come l’aumento di atteggiamenti discriminatori o xenofobi, legati anche in qualche misura a misure discriminatorie messe in atto a livello locale, misure che contribuiscono ad accentuare divisioni e differenze piuttosto che favorire la conoscenza reciproca e la messa in comune di risorse per affrontare bisogni e aspettative di integrazione reciproca.

MINORI. Un’attenzione particolare viene rivolta all’integrazione dei minori stranieri, che hanno raggiunto il 22,3% circa della popolazione straniera residente, con un forte aumento della componente nata in Italia (11,3% della popolazione residente). In ambito scolastico, la presenza straniera, in continuo aumento, rappresenta circa il 7% della popolazione scolastica complessiva ed è caratterizzata anche da un progressivo miglioramento dell’inclusione scolastica, del rendimento e della riuscita, ben documentati dai dati statistici più recenti e dalle ricerche specifiche in questo ambito. Anche nel caso dei minori stranieri, vengono evidenziate alcune problematiche, come la presenza di gradi di integrazione differenziati e quindi di varie situazioni di disagio, fragilità, a seconda della condizione del minore (ricongiunto, non accompagnato o di seconda generazione), del livello culturale familiare, delle motivazioni espresse nei confronti dello studio e del mondo del lavoro.

Il seminario dedicato alla presentazione dell’Annuario e della realtà immigrata a Brescia e provincia rappresenta quindi una buona occasione, aperta a tutta la popolazione, per riflettere, discutere e confrontarsi su una realtà in movimento, nella quale siamo tutti profondamente coinvolti anche quando alziamo le nostre difese tentando di arginare paure reali o più spesso immaginarie, ma che producono situazioni di difficoltà e di involuzione di un processo, quello dell’integrazione, che invece possiamo contribuire a governare con realismo, competenza e saggezza.