Il settore alimentare è crescentemente segnato da problematiche tecniche e regolatorie che influenzano le performance aziendali e determinano le scelte di investimento dei produttori. Tali problematiche richiedono di essere affrontate coerentemente sul piano scientifico e su quello normativo, al fine di fornire agli attori del mercato un quadro di regole chiare e condivise, a beneficio di una competizione sana e virtuosa che ha dirette conseguenze sulla salute e il benessere dei consumatori.

In questo contesto si colloca la ricerca che ha portato all’individuazione di marker (indicatori chimici) in grado di identificare la provenienza geografica del pomodoro utilizzato per l’industria di trasformazione. La presenteranno il professor Claudio Baffi dell’Istituto di Chimica agraria e il prof. Pier Renato Trincherini del Lims, coautore della ricerca. I risultati scientifici di tale indagine si propongono a supporto del confronto istituzionale e del processo normativo a tutela del legame alimento-territorio-salute.

«Scopo del presente lavoro – spiega Baffi - è stato quello di verificare l’idoneità della tecnica radioisotopica di determinazione del rapporto isotopico 87 Sr / 86 Sr ad essere tecnica robusta per la discriminazione geografica di provenienze di lotti di campioni di pomodoro (bacche e prodotti finali della trasformazione) provenienti dall’areale padano (province di Piacenza, Parma e Ferrara) forniti da ditta, dall’areale pugliese con prodotti forniti e dall’areale della Cina con prodotti reperiti attraverso canali commerciali».

«I campioni – prosegue Baffi - vengono preparati in forma semiliquida per frullatura (bacche, pelati etc) oppure utilizzati tal quali (concentrati). Successivamente sono liofilizzati con liofilizzatore presso il Laboratorio Radioisotopi dell’Università di Agraria dell'Università Cattolica, pesati, calcolata la percentuale di liofilizzato, ridotti a finezza (1 – 2 mm) e quindi spediti a Verbania per le analisi radioisotopiche. I campioni liofilizzati subiscono un pretrattamento chimico e successivamente sono analizzati per spettrometria di massa isotopica con uso di TIMS a multicollettore. L’analisi della varianza (Anova) ed un’analisi cluster di tipo gerarchico hanno messo ben in evidenza la “robustezza” del metodo, in grado di evidenziare e separare in modo statisticamente significativo due popolazioni: i campioni dell’areale italiano ed i campioni dell’areale cinese, i quali mostrano valori significativamente superiori ai primi per i parametri R 87 Sr/86Sr e δ‰. Le determinazioni sui “blind samples” ne hanno confermato l’appartenenza all’areale italiano».

«Questo studio – conclude Baffi - è stato condotto su circa 80 campioni, con la costruzione di un database, e può rappresentare un utile strumento per il settore alimentare in quanto questi indicatori chimici possono essere in grado di discriminare prodotti provenienti da aree geografiche differenti e attualmente le problematiche del pomodoro da industria necessitano di strumenti innovativi per una migliore informazione a beneficio del consumatore ed una più efficace tutela del prodotto italiano tipico».