Per coltivare e far crescere la sua competenza scientifica Nicola Bacciu ha cominciato presto a viaggiare. Nel 2006 parte per gli Stati Uniti con una borsa di studio per lo svolgimento di un tirocinio in una scuola di eccellenza estera. Decide poi di svolgere gran parte del dottorato di ricerca negli Stati Uniti, dove per due anni ha lavorato col professor Jack Dekkers alla Iowa State University, uno dei più importanti ricercatori di scienze animali del mondo.

Il rientro in Europa lo ha visto prima all'Istituto nazionale per ricerca in agricoltura francese (Inra), per un'esperienza di due anni come giovane ricercatore, e poi in Svizzera, dove per la prima volta ha avuto a che fare con una realtà aziendale, dove è chiamato a programmare l'intero sistema di valutazione genetica per l'Associazione Nazionale Bovini da Carne. Nel 2011 il ritorno in Italia, desiderato, ma atteso fino a che non si è presentata la giusta occasione: «Dopo cinque anni all'estero, sono rientrato in Italia per l’opportunità di ricerca in una realtà d'eccellenza come l'Istituto di Zootecnica della facoltà di Agraria diretto dal professor Paolo Ajmone-Marsan», sottolinea Nicola. «E onestamente, penso di aver fatto un'ottima scelta. In quest'ultimo anno ho migliorato sensibilmente le mie competenze su importanti aspetti legati alla genetica e alla genomica animale. So per certo che tutto ciò sarà fondamentale per la mia futura attività di ricerca».

Quali conoscenze e competenze ha acquisito a Piacenza? «Sapevo che per quanto riguarda la biodiversità e la genomica animale, sarei venuto in Italia per lavorare in uno dei migliori gruppi al mondo. In un solo anno sono stato coinvolto in diversi temi di ricerca, tutti estremamente attuali e importanti. Mi sono occupato del problema della distorsione di alcuni marcatori genetici e, per la prima volta, ho lavorato su dati di sequenziamento genico, studi di associazione e modelli di selezione genomica. Penso che i risultati ottenuti da me e dai miei colleghi potranno essere di particolare interesse per la comunità scientifica e mi auguro troveranno spazio in importanti riviste scientifiche del settore».

Adesso il ritorno in America in un colosso della farmaceutica. Cosa si aspetta dalla nuova esperienza? «Sono sinceramente entusiasta. Pfizer, oltre a essere leader mondiale nell'industria del farmaco, è anche una delle più importanti realtà per quanto riguarda la salute e la genetica animale. Avrò la possibilità di confrontarmi in una realtà importante, mettere a frutto ciò che ho imparato in questi anni e crescere a livello professionale. Credo possa essere una tappa particolarmente importante per il mio futuro».

Ma come lo immagina? «Per ora il mio futuro è il Michigan. Lavorerò intensamente per migliorare la mia preparazione e poter essere utile per il raggiungimento degli obiettivi della mia azienda. Ho sempre ragionato nel breve termine e valutato le opportunità di volta in volta. Se domani dovessero porsi le condizioni, sicuramente non escluderei un rientro in Italia. Ormai siamo cittadini del mondo e il nostro raggio d'azione professionale è molto più ampio rispetto a quello dei nostri genitori».

Manterrà un legame con la sede di Piacenza? «Assolutamente si. Pfizer sviluppa progetti di ricerca con le più importanti università americane e con diverse realtà internazionali. Questo potrebbe consentire la nascita di importanti network collaborativi che prevedano anche il coinvolgimento della Cattolica. A Piacenza lascio uno splendido ambiente di lavoro e degli ottimi amici. Mi auguro che a breve ci sarà la possibilità di far assaggiare gli ottimi salumi piacentini anche ai colleghi americani».