Il territorio cremonese occupa un posto di primo piano nell’ambito della filiera dell'agroalimentare grazie alle sue attività di produzione, trasformazione ed esportazione. Lo dimostrano i dati diffusi dal Centro di Ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Cersi) secondo i quali Cremona è leader nell’export agroalimentare, che detiene una quota dell’11,3% in ambito regionale e del 2,21% a livello italiano.
A Cremona, secondo il Cersi, si sarebbe creata una congiuntura favorevole di diversi fattori che hanno portato alla nascita di un “eco-sistema” locale a sostegno dell’impresa agroalimentare. Tale risultato è stato ottenuto anche per il lavoro strategico che ha puntato sulla formazione universitaria e postlaurea, fondamentale per la competitività di un territorio. La ricerca, infatti, ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo di una cultura d’impresa.
Grazie al coinvolgimento e all’apporto del Cersi è stato possibile inquadrare le realtà territoriali d’impresa nel panorama nazionale del settore. In particolare è emerso che il comparto agroalimentare è vincente per l’ampia offerta di prodotti di qualità e di certificazioni riconosciute dai mercati internazionali, oltre che per la capacità di mantenere saldo il rapporto del prodotto con il territorio di origine. La riorganizzazione del settore, dopo la recente crisi finanziaria, ha puntato molto sulla valorizzazione dell’unicità dei prodotti delle piccole aziende e la domanda estera è stata fondamentale per la crescita della produzione agroalimentare italiana.
Roberto Zanchi, presidente di CremonaFiere, ha così commentato i dati del rapporto del Cersi: «Il settore agroalimentare in Italia costituisce l’essenza dell’economia che fa leva sul brand made https://centridiricerca.unicatt.it/cersi in Italy ed è tra i più temuti competitor del mercato mondiale perché portatore di primati legati alla qualità dei prodotti, all’innovazione tecnologica all’avanguardia, al rispetto della tradizione, alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità».