Dalle aule della scuola di dottorato per il Sistema agroalimentare di Piacenza ai laboratori di ricerca dell’Università di Aracatuba in Brasile. È qui che Marco Milanesi, bloccato dal Covid 19, ha elaborato insieme al suo team un nuovo modello di analisi dei dati relativi alla diffusione del Coronavirus.
«L’applicazione, che carica automaticamente i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, è progettata per visualizzare il tasso di crescita e l’accelerazione della pandemia di Covid-19 a livello mondiale, nazionale e locale», spiega Milanesi. «Il modello matematico indica la curva di accelerazione del contagio e rivela il livello di efficacia delle politiche adottate dai vari governi», osserva il ricercatore che normalmente, pur occupandosi di genetica e genomica animale, in questa pandemia ha voluto dare un contributo fattivo.
L’analisi, pubblicata e costantemente aggiornata sul sito theguarani.com.br - e consultabile anche sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram - è a disposizione di tutti, in particolare delle istituzioni e di chi si occupa di questo tipo di dati.
Con Marco Milanesi (al centro nella foto in alto) gli autori e i componenti del gruppo di ricerca sono: Yuri Tani Utsunomiya, Adam Taiti Harth Utsunomiya, Rafaela Beatriz Pintor Torrecilha, Silvana Cassia Paulan, Marco Milanesi, Prof. Jose Fernando Garcia Affilizazione: Faculdade de Medicina Veterinária – Câmpus de Araçatuba (São Paulo – Brasil) (FMVA) Universidade Estadual Paulista – UNESP.
Dando uno sguardo al nostro Paese l’analisi rileva che il picco dell’accelerazione risale al 15 marzo, pochi giorni dopo il lockdown deciso dal governo. Ora l’Italia si trova nella fase di accelerazione negativa. «Questo significa che ogni giorno ci aspettiamo un numero minore di nuovi casi rispetto al giorno precedente fino ad arrivare a zero. Se la situazione rimane stabile, ovvero si agirà per ridurre al minimo i nuovi contagi, in breve potremmo arrivare a non avere nuovi casi di Coronavirus», osserva Milanesi, che ha iniziato la sua esperienza di ricercatore con il professor Paolo Ajmone, attuale coordinatore del dottorato Agrisystem.
«La mia collaborazione con lui è iniziata nel 2009 con la tesi di laurea magistrale. Con la fine del mio percorso di studio il professor Ajmone mi ha proposto di lavorare nel suo gruppo di ricerca e nel 2011 ho iniziato il dottorato Agrisystem, grazie a cui nel 2015 si è aperta la possibilità di volare in Brasile come post-doc per partecipare a un progetto in partnership tra Italia-Brasile e dedicato allo studio dello stress da caldo nei bovini, di cui il professor Ajmone era uno dei responsabili». Ora Marco ambisce alla carriera accademica in Italia, e dopo cinque anni, pandemia permettendo, tornerà per proseguire la sua attività di ricerca.