La settimana dell’Open Week dell’Università Cattolica e la settimana dei Centri culturali cattolici della diocesi di Milano, svoltesi negli stessi giorni, hanno offerto una “doppia cornice” al webinar, svoltosi il 26 novembre, per illustrare i capisaldi della recente enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti, e le ricadute concrete che interpellano tutti gli uomini e le donne di questo tempo.
Tale evento ha rappresentato il “segno di un’alleanza culturale” tra le due realtà, come ha detto introducendo l’incontro, don Luigi Caldera, parroco di Cesano Boscone, in rappresentanza dei 103 Centri culturali cattolici della diocesi di Milano.
Michele Faldi, direttore Offerta formativa, promozione, orientamento e tutorato dell’Università Cattolica, nel suo saluto ha evidenziato che l’Università non è costituita solo da corsi di laurea e offerta formativa ma è un luogo di educazione, a dimostrazione che l’università si occupa della persona e l’Università Cattolica in particolare nacque cento anni fa per essere un luogo educativo negli anni importanti per la crescita della persona.
A presentare l’enciclica sono intervenuti mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, e Giovanni Marseguerra, docente di Economia politica dell’Università Cattolica, delegato del Rettore per l’offerta formativa, coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Centesimus Annus, moderati da Mattia Pivato, direttore del Collegio Ludovicianum.
È toccato a mons. Giuliodori illustrare i capisaldi teologici e la radice francescana dell’enciclica Fratelli tutti, firmata da Papa Francesco il 3 dicembre ad Assisi: «Questo documento rappresenta una ulteriore sfida che il Papa lancia all’umanità. Non si può vivere il Vangelo senza farsi carico delle difficoltà dell’uomo contemporaneo. Il Papa ci esorta a mettere in discussione i paradigmi della civiltà che sembra aver fatto progressi, ma si porta dentro dei veleni che minano alla radice la nostra condizione».
Il documento evidenzia contraddizioni e ambiguità del nostro tempo, ma nello stesso tempo è ricco di contenuti di speranza. Invita a ripensare il nostro stile di vita e a stringere un patto culturale che consenta di passare dalla diffidenza alla cultura del dialogo. Inoltre, ha affermato mons. Giuliodori, il Papa declina il sogno della fratellanza universale offrendo chiavi di lettura ed orientamenti, in base all’icona del Buon Samaritano: «L’amore crea legami, siamo fatti per l’amore, uscendo da noi stessi per andare verso gli altri».
Il professor Giovanni Marseguerra nel suo intervento ha riassunto l’analisi del Papa circa le questioni economiche, politiche e sociali presenti nell’enciclica: dalla crisi globale, ambientale, sociale, e ora sanitaria, al tema dei migranti, della buona politica, dello sviluppo umano integrale, del razzismo e della povertà. «Il documento offre il compendio del pensiero di Papa Francesco su tali questioni, per la cui soluzione dialogo, fraternità e amicizia sociale sono le parole chiave. Per combattere i problemi del nostro tempo servono azioni altrettanto globali dato che la cultura dei muri favorisce il proliferare delle mafie e delle solitudini».
Il professor Marseguerra ha poi citato la “ricetta” del Papa per i migranti, persone umane, portatrici di diritti inalienabili, per i quali la solidarietà si impone: accogliere, proteggere, promuovere, integrare i verbi e le azioni proposte da Papa Francesco. E ancora, l’istituzione di un Fondo mondiale per eliminare la fame, costituito con i soldi delle armi.
Il modo di vita attuale, caratterizzato da individualismo e consumismo, non è più sostenibile.
È ammirevole notare che la società civile con i suoi corpi intermedi costituiti da tante organizzazioni, compensa la debolezza della comunità internazionale in base al principio di sussidiarietà. «Occorre il coraggio di rigenerare per costruire un mondo nuovo. Il contributo del Papa alla dottrina sociale della Chiesa manifesta una continuità nel rinnovamento, un aprirsi alle cose nuove senza snaturarsi».
L’Enciclica, in estrema sintesi, propone la terapia della fraternità per un mondo malato. E, come ha affermato mons. Giuliodori al termine dell’incontro, questo rappresenta un impegno, una responsabilità e una sfida per le università, e per l’Università Cattolica in particolare, luogo del dialogo per eccellenza, grazie al contributo della scienza e di coloro che si dedicano alla scienza.