Un settore con un ampio margine di crescita e con una richiesta di investimenti. È il quadro delle aziende alimentari cremonesi in relazione all'uso delle Ict, le nuove tecnologie della comunicazione, secondo quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro di ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale (Cersi) della sede di Cremona e del Centro Sviluppo Innovazione (Cesvin) della sede cremonese del Politecnico di Milano. L'indagine è stata presentata nel corso del convegno "Il ruolo delle tecnologie informatiche nelle imprese. Analisi nelle industrie alimentari cremonesi" che si è svolto lo scorso 8 luglio a Cremona. Gianni Ferretti, presidente del Cesvin, ha aperto i lavori sottolineando che l’obiettivo della ricerca è di generare conoscenza in settori chiave dell’economia cremonese. Grazie al contributo dei due centri si è potuto dare il via a sinergie importanti per il miglioramento del territorio. Fabio Antoldi, condirettore del Cersi, ha introdotto la ricerca e ha rimarcato l’importanza della collaborazione tra due realtà universitarie che già operano sul territorio. L’auspicio è di estendere la ricerca ad altri settori dell’economia cremonese.

Laura Franchi del Cesvin e Franca Cantoni, docente di Organizzazione aziendale alla facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Piacenza, hanno illustrato i risultati della ricerca che ha coinvolto circa 20 aziende della provincia di Cremona appartenenti al settore alimentare. Dalla rilevazione emerge che l’adozione di nuove tecnologie di comunicazione e informazione (Ict) è governata principalmente dalle funzioni Direzione (20%), Amministrazione e Finanza (16%), Marketing e Vendite (13%), Produzione e Qualità (12%). Sette aziende su venti sono dotate di un responsabile Ict e, dove questo non è presente, il ruolo è coperto soprattutto dall’area Amministrazione e Finanza. Solo due imprese utilizzano l’e-learning (la formazione a distanza). Il 94% delle aziende utilizzano il proprio sito internet come vetrina e catalogo mentre solo il 35% offre qualche servizio post vendita. La spesa Ict media per addetto, negli ultimi 4 anni, varia da 550 euro per le piccole imprese a circa 1.250 euro per le grandi. L’80% delle imprese si appresta a effettuare investimenti nel breve-medio periodo per l’aggiornamento dei sistemi informatici, soprattutto nell’ambito di software di supporto alle attività, sviluppo funzioni internet e parco hardware.

Dalla ricerca emerge inoltre che tutte le imprese intervistate si dichiarano consapevoli dell’importanza delle tecnologie informatiche come strumento strategico e di miglioramento aziendale. Nel concreto però solo poche utilizzano le Ict quale effettiva leva interna per migliorare i processi e ridurre i costi. Per migliorare, le aziende devono dedicare maggiori risorse e attenzioni alle innovazioni, non solo in termini monetari ma anche in termini di tempo. Spesso permane un certo disorientamento rispetto agli applicativi e al loro possibile utilizzo a “pieno regime”. La formazione e una nuova cultura Ict sono quindi la ricetta per uscire dall’impasse che vede le aziende cremonesi, dal punto di vista delle infrastrutture, allineate con la media nazionale ma con meno capacità di sfruttare questo potenziale.
 
Il progetto è stato supportato da Aemcom, Denesys, Progetto6, Abf e Prt. Il convegno ha offerto spunti di riflessione sul ruolo delle Ict in azienda e ha sensibilizzato le imprese e le associazioni sui temi dell’innovazione. L’evento ha coinvolto un nutrito numero di imprenditori e manager di aziende cremonesi, tutti interessati a comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’implementazione di nuove dotazioni tecnologiche.