Plurilingue e pluriculturale è la cifra distintiva della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere protagonista della sesta giornata dell’Open week. Sapere le lingue significa conoscere il mondo, capire le persone perché una lingua si porta dietro un quadro del mondo, una tradizione, una cultura; le persone che vivono dentro a questi contesti sono diverse per tradizioni, culture e lingue. Ne è fermamente convinto il preside della facoltà Giovanni Gobber che ha spiegato come «la lingua sia una via d’accesso ai contesti delle persone che sono di un’altra comunità e spesso è di grande importanza per le attività professionali interagire con successo con persone di altra lingua. Successo vuol dire riuscire a comprenderle, riuscire a prevedere anche il loro comportamento, cosa che in azienda e nelle grandi organizzazioni è un fatto molto apprezzato».
Fine competenza linguistica e ampia conoscenza di culture e letterature straniere caratterizzano i tre corsi di laurea in Scienze linguistiche attivi nella sede di Milano e Brescia e in quello di Scienze linguistiche per le Relazioni internazionali, interfacoltà con Scienze politiche e sociali. All’interno dei corsi ci sono numerosi i profili: quello delle comunicazioni, quello dei media - che vive un momento di cambiamento straordinario con la digitalizzazione, che sta strutturando forme nuove di interazione fra persone.
Lo studente potrà scegliere due lingue fra inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, cinese, arabo, affiancate da competenze nel campo dei media, del digitale e della comunicazione, dell’impresa e della realtà aziendale e delle relazioni internazionali.
Tre corsi di laurea triennale con solide e fini competenze plurilingui, ma anche fortemente pluriculturali perché la cultura e la letteratura permettono di entrare in relazione con gli altri popoli. A queste solide basi comuni ai tre corsi si affiancano le discipline di ambito economico, socio-politico, giuridico internazionale aziendale e della comunicazione.
Aspetti questi confermati da Davide Montagna in diretta da Mosca dove lavora per la Roberto Coin Spa. «La letteratura che avevo studiato in Università Cattolica mi ha permesso di interagire e di entrare maggiormente in contatto con il popolo russo».
Anche Marco Mostarda, che lavora nell’area manager della Frabo e si occupa di import-export nei paesi dell’area tedesca, non ha dimenticato le lezioni di letteratura tedesca studiate a Brescia che oggi nella quotidianità del suo lavoro gli consentono di entrare in sintonia con i potenziali clienti.
Sono intervenute anche le studentesse Martina Scalvini, iscritta all’indirizzo Esperto linguistico d’impresa nella sede di Brescia, e Alessandra Belloli, al secondo anno della magistrale di Milano. Martina ha ricordato il suo programma Late all’Università di Pechino e lo stage che, nonostante il lockdown è riuscita a concludere ad Antares Vision, mentre Alessandra non dimenticherà i “maestri” che ha incontrato nella sede di largo Gemelli e che l’hanno fatta crescere come “persona”.
Una laurea in lingue oggi è un ponte verso le altre culture, fa conoscere il mondo ma prima serve una grande fatica, ci vogliono anni, poiché non significa solo studiare un libro ma impegnare e coinvolgere la propria personalità.
La giornata dell’Open week è proseguita con altri appuntamenti molto importanti. Di tutto ciò che contribuisce alla migliore partecipazione ai corsi di laurea si è parlato nei seguitissimi approfondimenti virtuali che si sono alternati dalle 16 alle 18 con focus su come iscriversi e quanto costa studiare in Cattolica, incontri live con tutor e studenti della facoltà, aule virtuali dedicate ai servizi di Ateneo.
La chiusura è stata affidata al talk “A tutto sport”, di cui riferiamo a parte, e ha fatto registrare complessivamente 61.259 persone raggiunte, 1.115 interazioni e 11.168 visualizzazioni.