Una trappola da collocare nei frutteti spia per combattere la cimice asiatica. L’idea è stata sviluppata da un team composto anche da tre studenti dell’Ateneo e potrebbe dare vita a una start-up per servizi in agricoltura.

Il progetto Bad Bugs Hunters, targato Università Cattolica, si è aggiudicato il secondo posto dell’Hackathon, la maratona digitale organizzata da Sartec - società che si occupa di consulenza e soluzioni per il miglioramento delle performance industriali e di salvaguardia ambientale - dedicata all’agricoltura smart, per lanciare sistemi innovativi di agricoltura di precisione.

La facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali della Cattolica non poteva mancare a questa 24 ore delle idee innovative. Cinque studenti della laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie si sono messi in gioco e tre di loro, in team con due ingegneri e un tecnico di Sartec, sono saliti sul podio

«Il progetto che abbiamo elaborato riguarda la lotta contro Halyomorpha Halys, la cimice asiatica, un insetto che negli ultimi anni sta causando gravi danni in ambito agricolo e non solo. L’obiettivo era risolvere l’emergenza Halyomorpha Halys con un servizio che permettesse agli agricoltori un intervento immediato» raccontano Federico Regonati, Francesca Grisafi e Davide Roncali. 

«Abbiamo proposto un progetto che prevedeva una rete di “smart bug traps” georeferenziate disposte sul territorio e stazioni meteo; le trappole inviano i dati al software DSS che, dopo averli acquisiti ed elaborati, li traduce in informazioni che, in tempo reale, tramite una app, sono inviate agli agricoltori. Le informazioni fornite riguardano la presenza di insetti, la criticità dell’attacco e la geolocalizzazione dei punti critici sul territorio».

Un sistema di supporto alle decisioni dell’agricoltore, che potrà sapere in tempo reale dove si stanno diffondendo le cimici e intervenire con tempestività e precisione. «Il punto di forza del nostro progetto è sicuramente la concretezza del problema reale da cui parte e la soluzione innovativa per risolverlo» proseguono i ragazzi.

Un’avventura molto stimolante: «Il lavoro in team con gli ingegneri è stato sorprendentemente educativo, ci ha permesso di apprendere maggiori nozioni su bilanci e costi dell’idea e sul funzionamento della sensoristica». Anche il confronto con dei membri senior del team è stato importante: «Loro hanno ascoltato le nostre idee e hanno contribuito a realizzarle tecnicamente. Noi, in cambio, abbiamo saputo mostrare abilità e conoscenza innovativa nel nostro settore».

Ad accompagnare gli studenti all’Hackathon, insieme al professor Stefano Poni, il professor Matteo Gatti, che ha fornito approfondimenti sul tema dell’agricoltura di precisione a tutti i partecipanti. «I problemi dell’agricoltura moderna vanno affrontati in maniera trasversale» afferma. «Combinando l’esperienza e l’innovazione si possono trovare soluzioni capaci di garantire un futuro positivo a questo comparto. Peraltro, iniziative come hackasartec2018 costituiscono un importante stimolo verso lo sviluppo di nuove idee e il consolidamento di un network di soggetti altamente multidisciplinare».