Un team multidisciplinare, una squadra di clinici afferenti a diverse specialità  (oncologo, chirurgo toracico, radioterapista, pneumologo, radiologo, anatomopatologo) che si confrontinoin modo sistematico e continuativo; Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali gestiti da due figure professionali: un hospital nurse case manager, con la funzione di guidare il paziente all’interno del percorso e un community case manager, con il mandato di agevolare la presa in carico del paziente all’interno della rete; un set di indicatori, sviluppati secondo la logica della value based healthcare: sono questi i tre pilastri su cui si fonda un nuovo modello assistenziale personalizzato per massimizzare le possibilità di sconfiggere il carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato

E' stato presentato venerdì 18 ottobre, a Roma, in occasione del convegno “La gestione multidisciplinare in oncologia: il caso del carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato” presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” e sviluppato dal Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario (CERISMAS) dell’Università Cattolica, sotto la responsabilità scientifica del Professor Americo Cicchetti. Il modello proposto è stato costruito a partire dalle evidenze reperite dalla letteratura scientifica, da un’analisi dei Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali implementati nel territorio italiano e, infine, dalle informazioni raccolte in 4 centri di rilievo nazionale: la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS; l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola; l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale IRCCS di Napoli; la Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” di Milano.

“Le caratteristiche del modello – spiega il professor Americo Cicchetti - fondato su team multidisciplinare board, implementazione dei Percorsi Diagnostico Terapeutico e sistema di monitoraggio, risponde all’esigenza di garantire l’accessibilità alle cure, assicurando al contempo la sostenibilità del servizio sanitario nazionale. Inoltre, questo modello è senza dubbio uno strumento in grado di governare l’innovazione tecnologica, che caratterizzerà sempre di più quest’area terapeutica”.

“Si dice che l’innovazione è vera innovazione solo quando è accessibile ai pazienti - commenta Francesca Patarnello, VP Market Access & Government Affairs di AstraZeneca Italia -. Spesso, sono proprio le soluzioni organizzative a mancare per far sì che il frutto della ricerca scientifica migliori in maniera significativa la vita dei pazienti. È per questo che siamo particolarmente orgogliosi di non esserci fermati ad offrire un’arma terapeutica, ma di aver contribuito, in collaborazione con partner d’eccezione come CERISMAS, con i massimi esperti clinici le Associazioni di Pazienti, alla ricerca di soluzioni organizzative che possano migliorare il percorso di cura di questi pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato”.

“Questo tipo di malattia non offre molte opportunità di intervento terapeutico che possano migliorare prognosi e qualità di vita – spiega il professor Emilio Bria, dell’Area Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia Medica - e nel caso della fase localmente avanzata, questi obiettivi possono essere raggiunti solo se i differenti specialisti che concorrono a trattarla sinergizzano i loro interventi in modo coordinato e strategico. La prognosi di questi pazienti – sottolinea - è fortemente condizionata dall’integrazione virtuosa dei trattamenti farmacologici, radioterapici e chirurgici, che deve essere supportata da una fase antecedente nella quale radiologi, pneumologi e patologi possano esprimere al meglio e rapidamente una appropriata diagnosi e stadiazione. Tutto ciò è possibile solo all’interno di un percorso, il più possibile semplice e ordinato per il paziente, nel quale egli sia guidato e indirizzato, e rapidamente acceda a tutte le possibilità diagnostiche e terapeutiche più efficaci e moderne. L’efficacia dei trattamenti integrati è tale se, e solo se, tutto il processo di cura del paziente viene effettuato in tempi ragionevoli e con il supporto di tutti gli specialisti. Da ciò deriva la necessità di stimare e misurare come queste strategie diagnostiche e terapeutiche siano realmente integrate tra loro e l’esito dei percorsi in termini di outcome. Con queste considerazioni e intenti, si è sviluppato il modello oggi proposto, generatosi dalle evidenze scientifiche, dalla analisi dei PDTA realizzati a livello nazionale, e dai dati riportati in 4 centri di riferimento. Questa analisi – sostiene il professor Bria - servirà a ottimizzare i percorsi e a generare nuove ipotesi di intervento al fine di ulteriormente migliorare la strategia integrata di trattamento dove funziona, e supportare con dati alla mano interventi strategici decisivi dove essa è assente o carente in elementi decisivi”.

“L’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale IRCCS di Napoli crede fortemente nel modello proposto – afferma Alessandro Morabito, Direttore Struttura Complessa Oncologia Medica Toraco-Polmonare dell’Istituto Pascale - ed ha da molti anni attivato un gruppo oncologico multidisciplinare (GOM) per i tumori polmonari, all’interno del quale vengono di routine discussi tutti i casi dei pazienti in fase iniziale o localmente avanzata che richiedono trattamenti integrati ed i casi più complessi dei pazienti con malattia avanzata che si possono avvantaggiare delle diverse competenze multidisciplinari (circa 350 casi all’anno). Attualmente – continua - con l’attivazione della Rete Oncologica Campana (ROC), tutti i pazienti con diagnosi certa o sospetta di neoplasia polmonare vengono discussi all’interno del GOM polmone, che ha pertanto implementato notevolmente la sua attività nel 2019. Ma la maggiore innovazione del 2019 è stata l’istituzione del Molecular Tumor Board, il cui obiettivo primario è quello di discutere le differenti opzioni terapeutiche sulla base dei risultati dell'analisi molecolare effettuata sul DNA del tumore del paziente. Il MTB si riunisce proprio in presenza di casi clinici che richiedano l’interpretazione di risultati molecolari più complessi, con l’obiettivo finale di discutere tutti insieme e proporre le opzioni terapeutiche più mirate ed efficaci per il singolo paziente, nell’ottica di una vera medicina di precisione”.