C’era anche l’Università Cattolica lo scorso 22 e 23 maggio a Borgo la Bagnaia (Si) dove si sono radunati studenti, professionisti dei media, editori ed esponenti del mondo politico per discutere del rapporto fra i giovani e i quotidiani all’insegna del dialogo e della stimolazione reciproca. L’evento, intitolato Crescere fra le righe, prosegue una tradizione avviata alcuni anni fa dall’Osservatorio Giovani-Editori di Firenze (http://www.osservatorionline.it/), associazione che, attraverso le due iniziative Il quotidiano in classe e Il giornale in Ateneo, persegue gli obiettivi di incentivare la lettura della carta stampata e incrementare il senso critico fra i giovani. L’ateneo di largo Gemelli per la seconda volta ha partecipato ai lavori con Maria Kartseva, Alberto Longhi, Ilaria Nutini, Silvia Penatti e Guglielmo Puglisi, studenti del corso di laurea specialistica in Psicologia dello sviluppo e della comunicazione invitati dall’Osservatorio e accompagnati da Michele Aglieri, con cui nei mesi scorsi hanno condiviso un percorso (inserito all’interno dell’insegnamento di Pedagogia Culturale del prof. Cesare Scurati) di lettura critica dei quotidiani a partire da alcune tematiche educative.
Quanto la partecipazione al convegno abbia coinvolto e cresciuto gli studenti traspare nelle parole di Maria: «L’esperienza del Convegno Crescere tra le righe è risultata significativa: ho avuto la possibilità di avvicinarmi al meccanismo complesso dei mass-media, sentire la comunicazione diretta degli uomini della politica e una rara possibilità di sentire le idee, i pensieri e le aspirazioni dei ragazzi più giovani». «Dopo il convegno sto comprando frequentemente i quotidiani – dice Silvia – segno che quelle giornate hanno lasciato un'impronta e uno stimolo a saperne di più». Da tempo la Cattolica può contare su un certo numero di docenti che aderiscono all’iniziativa Il giornale in Ateneo. Tra loro i professori Alessandro Antonietti, Paolo Ardizzone, Luigi Manzolini, Fabio Pruneri, Enrico Adriano Raffaelli e Alessandro Schiavi. Di fatto a lezione si sfrutta ogni volta in maniera diversa la possibilità di utilizzare, grazie agli invii gratuiti di quotidiani e alla collaborazione dell’Osservatorio Giovani-Editori, l’informazione stampata come strumento didattico. L’aggancio con la realtà esterna, lavorativa e sociale, offerta dai giornali costituisce un mezzo insostituibile per favorire apprendimenti significativi e per avviare percorsi critici.
Durante la due giorni di convegno, Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Giovani-Editori, ha ribadito il senso ultimo di un’iniziativa che ormai gode di grande fortuna (soprattutto nella realtà scolastica) e coinvolge tante migliaia di studenti: «C’è bisogno di più senso civico. C’è bisogno di più comunità. C’è bisogno di più Paese. E noi – noi tutti – siamo qui per questo». Leggere i giornali aiuta, e anche l’Università deve prenderne consapevolezza e fare la sua parte.