C’è chi ricorre all’asilo nido interno perché comodo e conveniente. Chi, invece, per questioni di tempo si affida al take away per la cena o al servizio di lavanderia/stireria. Con un obiettivo: conciliare al meglio l’attività famigliare con la vita professionale. Lo scenario dipinto non ha per protagonisti lavoratori di un paese del Nord Europa, bensì dell’Italia. Sono in crescita infatti le aziende italiane, o meglio lombarde, che per consentire al personale di districarsi con maggiore facilità tra casa e ufficio stanno cercando di ampliare l’offerta dei servizi messi a disposizione dei lavoratori. Insomma, una sorta di Welfare aziendale che, a fronte della carenza di quello statale, punta a migliorare la qualità di vita delle human resource. Soprattutto delle lavoratrici.
Ne è una prova il numero delle aziende partecipanti alla seconda edizione del Premio FamigliaLavoro, ideato e promosso da Regione Lombardia e Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica (Altis) al fine di valorizzare e mettere in luce le migliori esperienze e progetti in tema di conciliazione famiglia-lavoro nelle imprese. Quest’anno, infatti, vi hanno partecipato 77 realtà: 44 imprese (dalla pmi alla multinazionale) e 33 pubbliche amministrazioni, tra comuni, unioni di comuni, province, comunità montane, aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere, aziende di servizi alla persona.
Lo scorso 12 gennaio, presso l’Auditorium “Giorgio Gaber” del Palazzo di Regione Lombardia, il presidente, Roberto Formigoni, e l’assessore alla Famiglia e solidarietà sociale, Giulio Boscagli, hanno premiato le 5 imprese e le 7 amministrazioni vincitrici, più l’assegnazione di 5 menzioni speciali, selezionate da una giuria composta da figure istituzionali, docenti universitari, associazioni di categoria, opinion leader ed esperti di tematiche di conciliazione. Le imprese private premiate sono state: Telecom Italia, Bracco, Wind telecomunicazioni, Codevintec Italiana, Kraft Foods Italia e Seret Dimetior. Tra le pubbliche amministrazioni hanno vinto il premio la provincia di Varese, il comune di San Giuliano Milanese, il comune di Broni, il comune di Esino Lario (Lc), l’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate. Le menzioni speciali sono andate all’azienda ospedaliera Ospedale di Lecco e a quella Ospedale Niguarda Ca’ Granda, oltre che al comune di Monza.
«Il Premio FamigliaLavoro fa parte di un più ampio progetto a favore della conciliazione - ha spiegato Sara Annoni, tra le organizzatrici dell’iniziativa - che ha preso avvio nel 2008 con l’obiettivo di coinvolgere le imprese private interessate, e da quest’anno anche le amministrazioni pubbliche, in un percorso formativo di approfondimento sulle tematiche di conciliazione e work-life balance partendo dai progetti in fieri». Va sottolineato che, sulla base di analisi realizzate dai ricercatori dell’Altis sulle 77 realtà partecipanti al premio (aziende private di grandi dimensioni con sede soprattutto a Milano, 75% con oltre 250 dipendenti, 17,5% tra 50 e 250, 7,5% tra uno e 50 dipendenti e Pubbliche Amministrazioni), è emerso uno spaccato rappresentativo del comportamento delle imprese lombarde nella messa in atto di politiche conciliative.
Il dato interessante è l’ampio utilizzo della “banca delle ore”, ossia la possibilità per il dipendente di accantonare su un conto individuale il numero delle ore prestate in eccedenza, rispetto al normale orario di lavoro, per godere di riposi compensativi attingendo al proprio conto. Questo strumento, pur esistendo da una decina di anni - ha precisato Annoni -, solo nell’ultimo periodo ha cominciato a essere utilizzato con maggiore frequenza. Tant’è che, tra le aziende partecipanti, è prevista nel 57,9% dei contratti applicati dalle aziende private, facendo registrare, rispetto alla scorsa edizione, un incremento del 26,65%. Ciò indica verso quale direzione si stanno muovendo le aziende.
Dall’analisi delle realtà aziendali partecipanti emergono anche altre forme di flessibilità di orario di lavoro. Fra questi, l’orario flessibile su base giornaliera (56,4%), su base mensile (37,5%), su base settimanale (30%), turni agevolati per personale con figli piccoli e familiari a carico (16,2%), orario flessibile su base annuale (15%) e job sharing (2,6%). Quanto al telelavoro solo il 2,8% delle aziende prese in esame ne fa uso.
Tra le leve finanziarie delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro spiccano sconti e convenzioni, praticati da 2 aziende su 3 (70,83%). Ancora scarsa resta l’adozione del bonus bebè (9,17%) pur se registra un incremento rispetto al 2008 (+17,49%). I servizi di time saving più diffusi figura lo sportello medico interno (47,50%) seguito da: mensa take-away (40%), disbrigo pratiche burocratiche (38,33%), assistenza auto (30,83%), servizio di stireria/lavanderia (25,83%), acquisto di generi alimentari (25%). Mentre nei servizi dedicati ai figli il più diffuso è l’asilo nido interno (presente nel 36,1% delle aziende), seguito dal centro estivo (13,9%), scuola materna (10,8%), doposcuola (8,1%), ludoteca (8,1%).