I nostalgici della filosofia “grasso è bello” dovranno ricredersi, e alla svelta. Che i chili di troppo siano un fattore di rischio tutt’altro che trascurabile per la salute non è certo un mistero, ma ora una nuova ricerca apparsa sulla rivista scientifica British Medical Journal rincara la dose, ammonendo sui rischi di un aumento incontrollato di peso sul fronte delle patologie croniche. La novità dello studio è di aver ipotizzato che il grasso accumulato durante una particolare fase della vita sia in qualche modo determinante in una prospettiva a lungo termine. Sotto la lente dei ricercatori sono finite migliaia di donne, reclutate anni prima nel più ampio studio Nurses' Health Study, condotto negli Stati Uniti, che avevano superato il traguardo dei 70 anni. Dopodiché il team di ricerca dell’università di Harvard ha riavvolto il nastro, andando a vedere se il peso c’entrasse qualcosa con lo stato di salute delle donne una volta superati i 70. I riflettori sono stati puntati sull’adipe accumulato a metà strada, intorno ai 50 anni.
Lo studio sulle infermiere americane - E’ risultato che le donne che alla mezza età erano in buona forma avevano più possibilità di superare la soglia dei 70 con un migliore stato di salute rispetto invece a chi aveva già problemi con la bilancia. Tutto spinge a pensare che i peccati di gola di gioventù saranno poi scontati in età più avanzata. Ecco perché secondo i ricercatori mantenere una silhouette dignitosa a cinquant’anni può diventare una sorta di assicurazione per gli anni futuri per quanto riguarda il quadro di salute in generale. I parametri analizzati dagli studiosi riguardano un’ampia varietà di indici di benessere. L’adiposità è stata infatti messa in relazione con una serie di marker fondamentali per stabilire lo stato di salute delle ultrasettantenni, come la funzione cognitiva, eventuali altre patologie croniche e limitazioni fisiche o mentali. Per rientrare nella categoria delle signore in buone condizioni di salute era necessario non presentare alcuna delle undici patologie croniche identificate dai ricercatori e non aver riportato limitazioni di tipo cognitivo, fisico o mentale di particolare rilievo. Le signore che hanno rispettato tutti i criteri di inclusione nella categoria sono state poco meno di 2mila. Su di loro gli scienziati hanno potuto effettuare il cuore dell’indagine, concentrandosi soprattutto sul peso al momento di ingresso nello studio. Di fatto, un elevato indice di massa corporea (BMI, in inglese) è risultato essere associato con minori possibilità di arrivare alla soglia dei 70 in buono stato di salute. Più in dettaglio, le donne obese riportavano il 79 percento in meno di possibilità di conservare uno stato di salute accettabile rispetto alle colleghe magre.
Primi risultati sulle donne molisane - «Il dato è disarmante, ma va esattamente nella direzione indicata dall’epidemiologia negli ultimi anni- dice Licia Iacoviello, responsabile del Progetto Moli-sani, il grande studio condotto dai Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso - Appare chiaro che mantenersi in buona forma a cinquant’anni è determinante per assicurarsi una buona salute negli anni a venire. Anche perché proprio in questa fase della vita, le donne perdono la protezione assicurata loro dagli ormoni, che creano una sorta di scudo contro le patologie cardiovascolari. In menopausa, infatti, le donne acquisiscono un livello di rischio pari a quello degli uomini, divenendo più vulnerabili». Quanto alla situazione delle donne molisane, non c’è da stare tranquilli, come rilevano i dati raccolti dal Progetto Moli-sani. «Su oltre 12mila donne di età superiore a 35 anni, partecipanti al progetto - continua la ricercatrice- il 30 percento è risultato obeso, mentre più di una su tre è da considerarsi in sovrappeso. Le donne normopeso sono appena un terzo della popolazione studiata». È’ importante fare di più per evitare che un’eccesiva indulgenza, dettata magari da un’errata percezione di se stesse, del tipo ormai quello che è fatto è fatto, spinga le donne a lasciarsi andare e a subire passivamente il trascorrere del tempo. «La prevenzione – conclude la Iacoviello - è sempre una scelta giusta, a qualsiasi età». Insomma, mai abbassare la guardia, tanto meno in questo periodo di festività tradizionalmente caratterizzato da eccessi alimentari... Il tempo ci darà ragione.