Un team di psicologi ha realizzato uno studio, coordinato da Emanuela Confalonieri, che dal 23 al 31 marzo ha raccolto i pareri e le percezioni del rischio di 301 genitori più e meno preoccupati che il virus entri in famiglia. Pubblichiamo l’articolo di Repubblica che sintetizza la survey. 

Quasi il 75% dei genitori è preoccupato e spaventato. Ma nel clima d'emergenza scatenato dal coronavirus, i figli sembrano più responsabili. Il tempo passato insieme aumenta e i ragazzi si aprono inoltre a una nuova relazione con gli adulti, sempre più coinvolti con la loro vita scolastica. Resta per loro l'ansia e la paura di madri, padri e bambini, ma i ragazzini si dimostrano più maturi. Almeno questa è la fotografia di uno studio sui giorni della convivenza forzata del Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica, coordinato dalla professoressa Emanuela Confalonieri. 

La ricerca è stata realizzata dal 23 marzo al 31 marzo e cerca di esaminare la percezione del rischio da parte delle famiglie e il modo in cui i genitori stanno affrontando questa situazione nella relazione e nella comunicazione con i loro figli. I partecipanti sono 301 genitori, tutti residenti in Lombardia (età media 43,6 anni), per lo più madri (89%). I partecipanti hanno in media 2 figli ciascuno. Il 43% ha almeno un figlio di età inferiore ai 5 anni, il 42% ha almeno un figlio di età compresa tra i 6 e i 10 anni, il 27% ha almeno un figlio di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, il 24% ha almeno un figlio di età compresa tra i 14 e i 18 anni e il 18% ha almeno un figlio di età superiore ai 18 anni. 
 
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