Una metropolitana non è solo un treno che viaggia sottoterra, ma una sfida per vivere in modo diverso la città. Anche per i più piccoli. E scommesse di questa portata si vincono se i cittadini, anche quelli di domani, vengono coinvolti. Come ha fatto l’Università Cattolica insieme all’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Brescia che, in vista del completamento, previsto per il 2013, dei lavori per la realizzazione della prima metropolitana leggera della città, ha reso protagonisti bambini e studenti.
“Bambini e architettura. Un percorso per conoscere e valorizzare lo spazio urbano in trasformazione”, proprio in questi giorni si avvia alla conclusione e ha permesso di attivare processi di partecipazione e condivisione nei bambini e ragazzi in merito a questo tema. La città è interessata da interventi strutturali che implicano un ridisegno trasversale di un'importante porzione del suo territorio: l'esito delle trasformazioni muterà l'immagine urbana e la struttura funzionale di diversi quartieri. Non è inoltre secondario il fatto che al tema “metropolitana” si legano le fondamentali questioni della mobilità e della sostenibilità.
Il percorso, promosso dal Cespef e coordinato da Monica Amadini, è stato progettato per sensibilizzare sia i bambini della scuola primaria sia i ragazzi della scuola secondaria alle tematiche del traffico, degli spostamenti, dell’inquinamento, e in generale, della qualità della vita nella propria città. Le classi coinvolte sono state due seconde della scuola primaria “Carlo Collodi” di Bovezzo e una classe quinta dell’Istituto Tecnico per Geometri “Niccolò Tartaglia” di Brescia, che sono state stimolate a intraprendere un percorso educativo che le ha viste protagoniste, impegnate ad offrire un contributo specifico, mettendo in campo risorse, conoscenze e competenze, ma anche acquisendone di nuove.
Con approcci distinti e specifici in base all’età, è stata infatti promossa la partecipazione dei ragazzi e dei bambini in attività laboratoriali in aula svolte separatamente nei due ordini di scuola, ma finalizzate alla preparazione dell’uscita didattica congiunta e alla rielaborazione dell’esperienza.
I ragazzi del Tartaglia hanno potuto approfondire tematiche legate alle tipologie di stazioni della metropolitana, ai materiali utilizzati, ai cambiamenti del territorio apportati dalle opere complementari, con affondi in esempi di livello internazionale. Non solo: hanno anche sviluppato competenze relazionali per imparare a gestire un’interazione con bambini piccoli, pervenendo alla creazione di attività specifiche per un’età di circa 7 anni, potendo in tal modo trasferire e tradurre operativamente le conoscenze teoriche apprese e sviluppare competenze comunicative. Per questo gruppo di ragazzi che hanno espresso il desiderio di diventare architetti, ingegneri o geometri si è trattata di un’esperienza di tutoraggio insolita ma qualificante, che ha permesso di conoscere in maniera più approfondita l’infanzia ed i relativi bisogni, le aspettative, le curiosità rispetto al territorio, sviluppando inoltre senso personale di autoefficacia e di responsabilità.
I bambini, dal canto loro, hanno accettato con gioia l’interesse che i ragazzi hanno rivolto loro e hanno aderito con entusiasmo alle attività proposte. Come rivelano i loro racconti scritti: “A me è piaciuto quando siamo andati in gita con i ragazzi del Tartaglia”. E ancora: “Mi è piaciuta molto la canzone della metropolitana” inventata dagli studenti delle superiori perché è molto simpatica. Anche i professori e le insegnanti si sono ritenuti soddisfatti del lavoro svolto dai rispettivi studenti, sottolineando come sia stata coinvolta positivamente anche la sfera emotiva.
Il percorso descritto non costituisce un’esperienza isolata, ma si colloca all’interno di un progetto più ampio, iniziato nell’anno scolastico 2008/2009 dalla sinergia tra Cespef e Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Brescia che insieme si propongono di migliorare la comprensione dell’architettura e favorire una lettura competente del territorio nei bambini, in una prospettiva più ampia che mira anche alla promozione della partecipazione.
Dopo una prima azione di monitoraggio, effettuata nel 2008 nelle scuole primarie di Brescia e Provincia, al fine di individuare e raccogliere buone pratiche di accostamento dei bambini allo spazio costruito, hanno fatto seguito negli anni numerose proposte didattiche. Nel tempo, il gruppo di ricerca dei pedagogisti dell’Università Cattolica e degli architetti ha consolidato un modello, che prevede un’azione educativa articolata in momenti laboratoriali, attraverso l’utilizzo di metodologie ludiche e di uscite didattiche sul territorio. Nelle singole scuole in cui si opera, in collaborazione con gli insegnanti delle classi coinvolte, vengono pensati e realizzati percorsi didattici distinti, favorendo nei bambini una conoscenza approfondita di alcuni luoghi o elementi architettonici ubicati nell’ambiente da loro frequentato quotidianamente.
Gli esiti di questi progetti sono stati presentati nel mese di febbraio dai ricercatori del Cespef al concorso Uia Architecture & Children Golden Cubes Awards, che si propone di “riconoscere, incoraggiare e sostenere i soggetti e le organizzazioni che gettano le basi di una cultura architettonica tesa ad aiutare ragazzi e giovani, dalle scuole primarie e fino ad investire quelli di 18 anni compresi, a capire il valore sociale dell’architettura ed i processi attraverso i quali modella l’ambiente. Il risultato? Il progetto si è classificato al secondo posto e la premiazione avverrà prossimamente a Roma.