È molto di più di una moda: ora le maggiori aziende, accanto ai post su Facebook, battono con convinzione la strada della condivisione dei video su YouTube, senza disdegnare il “cinguettio” di Twitter. L’indagine “Brands & Social Media”, condotta dal Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica (OssCom) e da Digital Pr su 100 aziende top nazionali ed estere, mostra che l’uso dei social network per le imprese diventa una strategia aziendale. La ricerca, prima nel suo genere, analizza le iniziative di comunicazione di questo campione selezionato attraverso una mappatura analitica delle attività di 100 aziende fra le più rilevanti che operano, per il mercato italiano, in cinque settori: Consumer Electronics, Automobili, Banche/Assicurazioni, Retail /Grande Distribuzione e Servizi.
I dati del primo report relativo al settore Consumer Electronics, che comprende 20 aziende attive nella produzione di personal computer, telefoni cellulari, macchine fotografiche, televisori, stampanti e consolle per il gioco, parlano chiaro. La classifica è dominata da Nokia che fa registrare un’elevata frequenza di aggiornamento dei profili (una media di 2 post su Facebook al giorno, di 10 tweets al giorno e 2 video su YouTube al mese) ma anche un numero elevato di fans su Facebook, e di 'followers' su Twitter (al momento dell’analisi oltre 21.000).
«Al di là della classifica, la vera novità è rappresentata dall’emergere di una strategia multi piattaforma anche nel mondo social - dice Paolo Guadagni di Digital Pr - accanto a Facebook si consolida il ruolo di YouTube e della comunicazione video: 12 su 20 aziende alimentano costantemente un profilo aziendale ufficiale con contenuti in lingua italiana. Emergente è il ruolo di Twitter (9 aziende su 20 hanno un profilo ufficiale in lingua italiana). Perde importanza invece il blog aziendale, che fino a pochi anni fa sembrava lo sbocco naturale dell’evoluzione della comunicazione aziendale sul web».
La novità dello studio risiede nell’aver trovato una metodologia di misurazione della presenza sui social media, miscelando dati che provengono da piattaforme diverse con metriche diverse.
«La ricerca ha portato alla compilazione di una classifica che tiene conto non solo dell’impegno delle aziende (come ad esempio la frequenza di aggiornamento dei profili e la loro personalizzazione) ma anche dell’interazione degli utenti» - dice Fausto Colombo di OssCom - come attestano il numero di commenti e di like ai wall post su Facebook o i retweets su Twitter. In questo modo è possibile mettere in evidenza diverse tattiche di presidio del web: da quelle estensive multipiattaforma all'uso intensivo e mirato di un solo Social media che, però fa registrare alti picchi di performance».