Nonostante le restrizioni e i divieti i giovanissimi utilizzano liberamente i social network, con tutti i rischi che questo può comportare. E’ questo in sostanza, il messaggio dell’ultimo rapporto stilato da EU Kids Online, il progetto di ricerca europeo, partito nel 2006, che mira a ricostruire e analizzare i dati relativi all’accesso e all’uso di internet fra i minori di 21 Paesi nonché alle opportunità e ai rischi online che essi sperimentano.
Il nodo italiano dell’iniziativa è rappresentato dal centro di ricerca OssCom dell’Università Cattolica di Milano, referente ufficiale Giovanna Mascheroni.
A destare una certa preoccupazione sono alcuni dati emersi dalla ricerca. Secondo l’ultimo report Social network, age e privacy infatti un numero sempre maggiore di ragazzini ha un profilo su Facebook nonostante il sito fissi l’età minima di accesso a 13 anni. La realtà dei fatti presenta invece una realtà ben diversa: tra i ragazzini tra i 9 e i 12 anni circa il 38% è iscritta ad almeno un social network e un quinto di questi utilizza Facebook. Senza prestare troppa attenzione a privacy e sicurezza. Un quarto dei 25mila ragazzi europei intervistati per la ricerca ha un profilo “pubblico” ovvero visibile da tutti e, tra questi, un quinto ha ammesso di aver inserito nella sua pagina il proprio indirizzo e/o numero di telefono. Non molto incoraggiante, dal punto di vista della sicurezza anche il dato riguardante il numero dei contatti: un sesto dei ragazzi tra i 9 e i 12 anni e un terzo di quelli dai 13 ai 16 anni hanno più di cento contatti online e un quinto dei ragazzi della fascia 9-12 sono in contatto con persone conosciute online.
Questo perché a mancare è la sensibilità alla tutela della propria privacy. In gran parte dei casi i ragazzi (soprattutto i più piccoli) non sono in grado di comprendere e dunque di utilizzare le possibilità che un sito come Facebook offre per tutelare le informazioni sensibili. Il ruolo dei genitori è dunque molto importante e la ricerca sottolinea che, quando l’esperienza sul social network è monitorata da un adulto, l’utilizzo è decisamente più responsabile.
Secondo Sonia Livingstone, docente della London School of Economics and Political Science e coordinatrice del progetto, «i ragazzi si stanno evidentemente spostando su Facebook, che è il sito più popolare in 17 dei 25 paesi in cui è stata condotta la ricerca. Molti provider cercano di limitare l’accesso ai servizi a ragazzi dai 13 anni in su, ma queste misure non sono efficaci».
Una soluzione per garantire la sicurezza dei ragazzini che navigano sui social network potrebbe essere, paradossalmente, quella di rimuovere i limiti di età: «Dal momento che i ragazzi sono abituati a mentire sulla propria età per accedere a siti ‘proibiti’ – spiega Elisabeth Staksrud, dell’Università di Oslo - sarebbe più utile identificare gli utenti più giovani per indirizzare loro misure protettive ad hoc. Tuttavia, siamo consapevoli del fatto che abolire i limiti di età porterebbe a una crescita esponenziale dei giovani che usano questo tipo di siti».
Short Report - "Social Network, Eta e Privacy" [Pdf - ITA] ( KB)