Un convegno per presentare il primo dei cinque volumi - Israele e la rivelazione, pubblicato l’anno scorso da Vita e Pensiero - e una serie di iniziative analoghe per l’uscita dei tomi successivi. Oltre al primo appuntamento dal titolo “Livelli di significato e prospettive di ricerca in Ordine e Storia di Eric Voegelin”, che si è svolto il 20 e 21 gennaio in largo Gemelli, perché dedicare tanta importanza a un libro pubblicato in prima edizione nel 1956 e perché programmare già fin d’ora una ciclo di incontri futuri? I motivi sono davvero molti, e non basta menzionare la versatilità e la notorietà dell’autore per esaurire l’argomento.
Voegelin, teorico della politica e del diritto, sociologo teso a proseguire sulla linea epistemologica percorsa da Max Weber, grande conoscitore dei passaggi più salienti della storia dell’Occidente, non ha ancora ricevuto l’attenzione che merita in Italia. E ciò non per cattiva volontà, quanto perché l’opera complessa di Voegelin è stata solo di recente resa disponibile in modo quasi integrale, mediante la pubblicazione negli Stati Uniti (Missouri University Press) dei 34 volumi delle Collected Works, conclusasi nel 2007.
In Ordine e Storia prende in esame l’aspetto di rappresentanza delle istituzioni politiche degli imperi dell’Oriente Antico per passare poi a Israele, all’Ellade e infine al melting pot di civiltà realizzatosi nei regni ellenistici e proseguito con l’impero romano. A questa indagine di carattere storico fa seguito un quinto tomo (uscito postumo nel 1987) intitolato In Search of Order, in cui Voegelin si concentra sul concetto che ha fatto da filo rosso dell’intera indagine: quello di ordine politico, in cui l’uomo esprime analogicamente il suo modo di cogliere l’ordine della realtà.
Il primo volume Israele e la rivelazione, al centro del convegno di gennaio, è un testo in cui si intrecciano vari registri di indagine. Uno dei prevalenti è quello esegetico applicato ai libri storici dell’Antico Testamento (Genesi-2 Re), letti come una narrazione paradigmatica che si intreccia con una narrazione pragmatica. Per molti versi il libro anticipa sviluppi recenti dell’esegesi biblica, punto che è stato ben messo in rilievo dall’intervento di Ignacio Carbajosa, veterotestamentarista della Facultad Téologica San Dámaso di Madrid. Giulia Gasparro, storica delle religioni dell’Università di Messina, si è invece soffermata a considerare la tenuta della categoria di “forma cosmologica” applicata da Voegelin alle civiltà mesopotamiche, all’Egitto e all’impero persiano achemenide. L’intervento di Giorgio Buccellati, semitologo e archeologo della Ucla ha riflettuto invece sul significato del politeismo proprio della civiltà mesopotamica e del suo rapporto con la scoperta della scrittura, “oggettivazione del pensiero”. Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, filosofa della religione dell’Università di Dresda, ha messo a confronto il significato che assume in Voegelin la trascendenza con le declinazioni postmoderne dell’indisponibilità di Dio come Evento.
L’intervento di Nicoletta Scotti Muth, docente di Storia della metafisica antica all’Università Cattolica di Milano e curatrice del volume, ha invece inteso ricostruire alcuni fili della costellazione tematica operante sullo sfondo di Israele e la rivelazione, il concetto di esperienza che si sovrappone a quello precedentemente adottato di idee politiche, il rapporto fede-ragione, la controversa categoria di gnosi. Peter J. Opitz - allievo di Voegelin, fondatore del Voegelin-Archiv presso l’istituto di scienze politiche dell’università di Monaco a sua volta fondato da Voegelin nel 1958, e curatore della recente edizione tedesca in 10 volumi di Order and History - ha formulato un tentativo di presa teorica sintetica della prospettiva assunta da Voegelin negli anni ‘50, allorché abbandonò l’ambizioso progetto di scrivere una History of Political Ideas e intraprese la stesura di un’opera del tutto nuova e originale, appunto Ordine e storia. Infine Nikolaus Lobkowicz, in qualità di filosofo della politica e collega per due anni di Voegelin presso il medesimo istituto, ha svolto una critica serrata alla concezione voegeliniana di gnosi, anche sulla scorta di numerosi ricordi personali.
Il comitato organizzatore del convegno è composto dalle stesse persone che formano il comitato scientifico che presiede all’edizione dell’opera: Evandro Botto, nella doppia veste di filosofo della politica e di direttore del Centro d’Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa, Roberto Radice, docente di Storia della filosofia antica, insieme a Maria Luisa Gatti e a Nicoletta Scotti Muth. Infine Peter J. Opitz, in rappresentanza del Voegelin-Zentrum für Politik, Kultur und Religion della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco.