di Elena Alberio *

La dottoranda Elena AlberioDopo la positiva esperienza dello scorso anno, ho partecipato ad Assisi alla seconda edizione della Summer School “Arte e Fede. L’esperienza della Bellezza”, organizzata da Università Cattolica, Sacro Convento di Assisi e Pontificio Consiglio per la Cultura. Il tema del rapporto tra l’espressione artistica e l’esperienza di fede che l’ha generata è attuale e trova proprio in Assisi un luogo speciale in cui l’incontro tra la vita di Francesco e la genialità di Giotto si è reso visibile negli affreschi.


Fin da subito mi ha accompagnato una domanda, rivoltaci da Costantino Esposito, docente di Storia della filosofia all’Università di Bari, nella sua prolusione: la bellezza è un modo per conoscere la realtà? I relatori che si sono avvicendati hanno aiutato ad approfondire questo interrogativo, scegliendo episodi significativi in cui emergessero la ricerca e il tentativo da parte degli artisti di esprimere la bellezza.

Le lezioni mi hanno permesso di conoscere o di riscoprire uomini che hanno fatto della tensione alla bellezza la radice della loro produzione artistica. La storia dell’arte ha dialogato con la tradizione cristiana e la teologia, evidenziando il valore e la responsabilità della bellezza come strada di dialogo tra Chiesa e arte anche nella contemporaneità.

In questa edizione una presenza straordinaria è stata quella di Aleksandr Filonenko, docente di Teoria della cultura e Filosofia della Scienza presso l’Università di Charkov in Ucraina, che è intervenuto aprendo una finestra sul mondo ortodosso e l’arte delle icone. La sua partecipazione e la presenza tra gli iscritti di due studentesse russe mi hanno mostrato che, nonostante le drammatiche circostanze storiche attuali, la bellezza davvero rende possibile l’incontro tra gli uomini, anche di diverse fedi religiose, e che un momento come la Summer School può anche rappresentare un’occasione di amicizia e di autentico dialogo ecumenico.

Accanto alle lezioni, il programma prevedeva visite ad Assisi e alle cittadine umbre di Montefalco e Bevagna. La possibilità di vedere le opere e i luoghi è stata un’opportunità immediata di mettere alla prova il metodo suggerito nelle lezioni, perché la bellezza è innanzitutto un’esperienza che accade tra chi guarda e il dato che si pone di fronte, generando stupore. 


Questa curiosità ha permesso anche la riuscita del laboratorio di valorizzazione della Basilica, novità di questa edizione. Il momento di lavoro ha preso avvio dall’incontro con i frati del Sacro Convento che hanno esposto il loro desiderio di favorire l’incontro di pellegrini e fedeli con l’arte come mezzo privilegiato per conoscere San Francesco. Divisi in gruppi, davanti alle varie Chiese abbiamo intervistato turisti e fedeli, raccogliendo dati e presentandoli ai responsabili del Convento.

I laboratori hanno rappresentato una sfida e una possibilità di mettersi in gioco, ognuno con le proprie competenze e idee. Ciascuno ha avuto l’occasione di entrare nel merito di una problematica, senza cedere alla tentazione di proporre soluzioni immediate ma non adeguate alle sue profonde ragioni.

Grazie alla Summer School ho imparato che per gustare la bellezza serve un’educazione dello sguardo, che si offre anche attraverso le lezioni, i laboratori, le proposte culturali o le visite. Guardare a Giotto e all’arte per accorgermi della dinamica con cui mi stupisco, conosco e studio e comprendere di più quale sia l’origine profonda che ha prodotto questa bellezza, mi sembra l’inizio di un’avventura che attende tutti: lo sguardo è un lavoro, il lavoro della conoscenza.

* Dottoranda in Storia e Letteratura dell'età moderna e contemporanea