Qual è il segreto per fare una buona intervista? Per Luisella Costamagna gli ingredienti fondamentali sono quattro. «La prima regola della quale si deve tener conto quando si fa un’intervista faccia a faccia è la finalità. L’obiettivo deve essere sempre comunicare un contenuto al telespettatore. Il vero editore del giornalista è il pubblico». La conduttrice televisiva, ospite il 6 maggio di una lezione alla cattedra di Giornalismo radiofonico e televisivo del professor Giorgio Simonelli, ricorda l’importanza di instaurare un confronto/ scontro con l’interlocutore che non sfoci mai in un duello corpo a corpo autoreferenziale.

Il secondo punto riguarda l’interlocutore, che sia uomo di potere o persona comune, merita sempre rispetto. Un atteggiamento rispettoso, secondo la Costamagna, si ottiene modulando il proprio atteggiamento in base a chi si ha davanti. Infatti, quando a essere intervistato è un personaggio di potere, a maggior ragione se un politico, è fondamentale utilizzare il “lei” proprio per non far passare il messaggio che l’intervista sia una cena tra amici. Regola che, invece, può essere invertita quando s’intervista una persona comune, perché spesso l’uso del “tu” in queste occasioni può aiutare a creare l’empatia giusta al fine della buona riuscita dell’intervista.


 


La terza regola che segue la giornalista che ha mosso i suoi primi passi con Santoro e Costanzo è che l’intervistato non deve conoscere le domande prima dell’intervista. «La condivisione delle domande inevitabilmente limita la libertà d’azione del giornalista impedendogli di ricoprire il ruolo di contropotere». Infine, l’attuale conduttrice di Sky Crime e Investigation ricorda l’importanza di prepararsi sui temi che si vogliono affrontare e sull’interlocutore prima dell’intervista. Questo, però, non significa rimanere imbrigliati nel copione preparato: «Bisogna saper ascoltare per poter cogliere contraddizioni e titubanze del personaggio che si sta affrontando e saper cambiare la rotta immaginata in precedenza».
 
La possibilità di fare interviste a “schiena dritta”, secondo la Costamagna, è strettamente legata alla necessità di invertire la tendenza patologica che ha contraddistinto per anni il giornalismo italiano: l’eccessiva empatia con il potere. Quando il giornalista frequenta gli stessi ambienti del politico e ne diventa amico finisce per legittimare la pratica insana da parte del potente di accettare le interviste solo se fatte dal giornalista accondiscendente. E i giornalisti diventano essi stessi una casta.

L’indipendenza e l’obbligo morale di porre la domanda: «Ciò che non posso non chiederle» rimangono i dogmi che ogni giornalista dovrebbe far suoi, secondo la conduttrice televisiva. «Nonostante il momento non sia dei più facili, se volete fare questa professione, dovete crederci» ha concluso il suo intervento Luisella Costamagna, parlando ai giornalisti di domani presenti alla lezione.