Elena GuerrieroDa Bolzano a Milano. E ancora da Milano a Roma e Catania, passando per il master in Ideazione e progettazione di eventi culturali (MEC) fino ad arrivare, prima, alla produzione all’Auditorium Parco della Musica e, poi, al tour di Carmen Consoli.
A soli 35 anni Elena Guerriero (nella foto a sinistra) ha avuto una esperienza molto esaltante, un lavoro fatto di passione e dedizione. «Ho avuto sempre desiderio di crescere e di cambiare. Dieci anni fa, poco dopo aver conseguito una laurea in economia e management a Bolzano, nonostante avessi già in tasca un lavoro sicuro, ho deciso di tentare un nuovo percorso». Così Elena racconta com’è approdata a Milano e la sua decisione di frequentare un master all’Università Cattolica. «Un po’ in disaccordo con la volontà dei miei genitori, nel 2005 mi sono iscritta al MEC. Ma proprio questo Ateneo, i corsi e gli incontri con i docenti mi hanno offerto la possibilità di uno stage formativo, che mi ha portato nuovamente altrove, stavolta nella capitale».

Come mai proprio a Roma? «Il motivo della mia trasferta era stato allora uno stage come assistente di palcoscenico presso la Fondazione Santa Cecilia, che, insieme alla Fondazione Musica per Roma gestiva il prestigioso Auditorium Parco della Musica. Dopo un’esperienza di sei mesi con Santa Cecilia, sono stata contattata proprio dalla Fondazione Musica per Roma, con la quale ho lavorato cinque lunghi anni in produzione. Da subito sono stata impegnata nell’organizzazione del Festival estivo “Luglio suona bene”, che vedeva la partecipazione di artisti di fama nazionale e internazionale.

Com’è stata quest’esperienza? «È stato un lavoro impegnativo e un periodo intenso; si lavora dalla mattina presto a notte inoltrata, ma è stata la gavetta migliore che potessi fare. Mi ha insegnato ad avere umiltà, a capire che anche le emergenze e i problemi si possono risolvere, che l’energia, la passione e il sorriso sono ingredienti fondamentali della vita e del lavoro e che non mi bisogna mai arrendersi o demordere perché quando si semina qualcosa di buono, i frutti non tardano ad arrivare. Bisogna saper anche aspettare».

Finito lo stage, che cosa è successo? «Da una prima proposta di sei mesi sono in realtà poi passati cinque anni! Quando ho avuto il contratto a tempo indeterminato, seppur a malincuore, ho deciso di lasciare l’Auditorium. Sentivo forte il desiderio di cambiare, di fissarmi nuovi obiettivi, di volare verso nuovi orizzonti. Sentivo di avere imparato già tanto, ma volevo cambiare. Tra le varie proposte ricevute, è arrivata anche quella di diventare l’assistente personale di Carmen Consoli, conosciuta alla fine del 2006 proprio in Auditorium. È così sono arrivata a Catania».

Qualche consiglio a chi vuole intraprendere questa professione? «Sono convinta che nella vita ci sia bisogno di tanta fortuna, ma, al tempo stesso, sono certa anche che senza l’azione non si possano raggiungere risultati importanti. Non bisogna accontentarsi: se qualcosa dentro di noi ci spinge a cambiare, ad andare oltre, a rischiare, bisogna darle ascolto. Nella vita l’obiettivo principale è essere felici e ogni azione va mirata verso questo fine per non avere mai rimpianti o rimorsi. Come dice un aforisma che amo: “Non rimpiangere mai quello che hai fatto, se quando lo hai fatto eri felice”».