Giustizia e letteraturaIl 13 marzo 2014 si è tenuto nell’aula Magna dell’Università Cattolica il quarto incontro del Ciclo seminariale Giustizia e letteratura (Law and Literature), organizzato dal Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale (Csgp). La tavola rotonda, dal titolo La “necessità” della letteratura nella scienza giuridica, si è aperta con la presentazione della Proposta di Giustizia e Letteratura del Centro Studi “Federico Stella” a opera di Gabrio Forti, preside della facoltà di Giurisprudenza, docente di Diritto penale e Criminologia e direttore del Csgp, Claudia Mazzucato e Arianna Visconti, docenti di Diritto penale e coordinatori del Gruppo di ricerca del Centro studi.

I relatori hanno sottolineato le differenze tra la Proposta di Giustizia e letteratura e il Law & Literature Movement, diffuso prevalentemente nelle Law school nord-americane. L’oggetto di studio del progetto Giustizia e letteratura, da anni al centro delle attività del Csgp, non è solamente la letteratura che narra di vicende giudiziarie o di tematiche giuridiche, come, invece, accade sovente in accordo con altre impostazioni: la riflessione letteraria finalizzata è ad affinare il senso di giustizia degli operatori giuridici. La letteratura consente, infatti, al giurista di avere una visione più complessa e precisa dell’uomo e della realtà, che aiuta a non cadere in facili semplificazioni o pregiudizi.

L’idea della ‘necessità’ della letteratura nella scienza giuridica nasce dalla convinzione che la letteratura sia essenziale per la formazione e l’esercizio delle professioni legali e che il diritto, grazie all’apertura alla narrazione, possa perseguire e ricercare il più alto significato di giustizia. Grazie alla letteratura e aprendosi alla musiliana “dimensione del possibile”, si permette inoltre di affinare le consolidate modalità ermeneutiche di cui si serve il diritto positivo. È la natura narrativa dell’esistenza umana che lega necessariamente letteratura e diritto nell’attenzione al particolare e alle vicende del singolo; tale natura chiede con forza al mondo della giustizia di essere più attento alla “fluidità” della realtà vissuta dall’individuo.

D’altra parte, per usare un’espressione di Susan Sontag, è proprio la letteratura ad allenarci a «tenere in esercizio la nostra capacità di piangere per chi non è uno di noi, per chi non è simile a noi». Tra le principali ricadute nella “vita concreta” del diritto dello sviluppo di tale sensibilità giusletteraria, vi è quella di favorire l’immaginazione narrativa - descritta nelle opere di Martha Nussbaum - che permette di pensarsi nei panni di un’altra persona e, quali lettori intelligenti della sua storia, di comprenderne emozioni e aspettative. È evidente che lo sviluppo di suddetta capacità garantisca un esercizio migliore e più profondo della facoltà di giudizio, elemento di centrale importanza in ogni aspetto della vita giuridica.

Sono stati chiamati, durante la tavola rotonda, a riflettere sulla Proposta di Giustizia e Letteratura avanzata dal Csgp Fraçois Ost, docente di Filosofia del diritto e di Diritto e letteratura nell’Università St. Luis di Bruxelles, e Arturo Cattaneo, docente di Letteratura inglese nell’Università Cattolica. I due accademici, manifestando la loro sostanziale condivisione dei contenuti della Proposta, hanno evidenziato come il progetto del Centro studi metta al riparo dal pericolo di attribuire alla letteratura una funzione meramente ornamentale ed estetizzante, poiché essa, al contrario, costituisce un fondamentale strumento di critica etica all’asettico formalismo legale e a certi indirizzi che privilegiano solamente approcci tecnico-giuridici.

È grazie all’apporto dell’esperienza letteraria che è possibile, per studiosi e pratici del diritto, elaborare un corretto metodo di ragionamento che prenda le mosse dalle circostanze e contingenze del singolo caso concreto. D’altronde, non si comprenderebbe appieno l’essenza del fenomeno giuridico se lo si riducesse solamente a un rigido formalismo normativo, impermeabile a qualsiasi influenza delle vicende umane che le norme sono chiamate a regolare. Occorre pertanto tornare a sviluppare quell’«immaginario giuridico» che viene reso possibile dall’analisi letteraria. La letteratura, come ricordato più volte, aiuta a meglio considerare la centralità dell’uomo in ogni sistema giuridico, invitando il diritto a una maggiore attenzione al particolare, alle singole vicende umane e alle storie personali.

Come è stato osservato, letteratura e diritto sono infine uniti da un’altra caratteristica comune: la centralità del linguaggio. «Il giurista» per usare le parole di Gabrio Forti «già formato o in formazione “lavora” la stessa materia prima dello scrittore o del letterato. Non ci si stanca mai di ripeterlo agli studenti di Giurisprudenza: la prima capacità che devono apprendere è la capacità di dare il giusto peso e significato alle parole». La necessità della scelta della parola esatta accomuna quindi giuristi e letterati. Come potrebbe esserci certezza del diritto se non vi fosse certezza del linguaggio? Solo l’esperienza letteraria, grazie all’attenzione verso la parola, che è principale strumento di comprensione, può infondere significato e verità nei testi normativi e può essere non solo un salutare antidoto alla corruzione della lingua, ma anche uno strumento indispensabile con il quale comprendere al meglio la realtà e l’essere umano.

Il ciclo proseguirà il 10 aprile con una tavola rotonda dal titolo Responsabilità medica, medicina difensiva, medicina narrativa, che si svolgerà in aula Magna “Guido Galli - Emilio Alessandrini” della Corte di Appello di Milano, a cui, tra gli altri, parteciperanno Gabrio Forti, Giovanni Canzio, presidente della Corte d’Appello di Milano, Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina dell’Università Cattolica, Francesco D’Alessandro, docente di Diritto penale in Cattolica, e Giuseppe Gennari, magistrato. Nell’occasione sarà presentato il volume di recente edito dalla casa editrice dell’Università Cattolica, G. Forti - C. Mazzucato - A. Visconti (a cura di), Giustizia e letteratura II, Vita & Pensiero, Milano, 2014, che raccoglie i contributi di numerosi autori, sia giuristi, sia letterati che, partendo dall’analisi di celebri testi letterari, si sono confrontati sui rapporti tra diritto e letteratura nell’ambito dei Cicli seminariali degli anni accademici 2011-2012 e 2012-2013, organizzati dal Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale.