Lo scrittore Paolo GiordanoA scuola di scrittura da un giovane autore. Paolo Giordano, vincitore del premio Strega con La solitudine dei numeri primi, ha iniziato il 7 e 8 aprile un ciclo di tre lezioni per gli studenti del master in Ideazione e produzione per la tv, il cinema e il media digitali dell’Università Cattolica. La lezione conclusiva è prevista il 19 maggio. Il corso, intitolato “Dalla pagina allo schermo” ha al centro la scrittura e la materia delle lezioni è la trasposizione di un testo letterario in sceneggiatura per un ipotetico cortometraggio.

La prima regola della lezione è dargli del tu. Si parte poi con la lettura di uno dei due brani selezionati dallo scrittore per l’occasione: la storia dell’esistenza di Pascaline e Lionel, estratta da Felici i Felici, i racconti di Yasmina Reza, editi da Adelphi. «Ho scelto questa raccolta innanzitutto perché avevo un vincolo preciso: dovendo fare poche lezioni serviva necessariamente un racconto e volevo lavorare su qualcosa di estremamente contemporaneo. Poi perché semplicemente è una delle cose più belle che ho letto nell’ultimo anno e mi sono reso conto che si trattava di un livello di partenza abbastanza semplificato, che permetteva una comprensione istintiva del testo».

Gesso in mano e maglietta a maniche corte, Paolo Giordano conduce gli studenti nella lettura profonda del testo senza stare fermo in cattedra. Il passo successivo è la comprensione. Imparare a scavare nel racconto per poi tirare fuori quali cose possono funzionare e quali no, dando spazio alle proprie inclinazioni artistiche. Lezioni poco frontali, con molta partecipazione.

Se chiedi però qual è l’obiettivo di questo “laboratorio” lo scrittore risponde: «Insisto molto sul “portare le cose attraverso se stessi”. In qualunque rapporto di scrittura una delle cose più difficili è la gestione di se stessi, del proprio portato e della propria esperienza. All’inizio quello che si tende a fare è mettere in atto filtri di distacco, lavorare tutto di testa. Cerco di costringerli a portare a elaborare del personale».

È dal 2009 che Paolo Giordano si ritaglia questo spazio in Cattolica come docente e stare in cattedra gli piace. Tra le altre cose, è un modo per uscire dall’isolamento della scrittura: «Mi sono abituato a vederlo come un appuntamento fisso dell’anno e per me è sempre l’occasione di mettermi a riflettere in modo un po’ più tecnico. In lezioni come queste, che diventano estremamente discorsive, ascolto gli studenti e arrivo a dei pensieri a cui non avrei la pazienza di arrivare normalmente».

Per tutti quelli che non possono assistere a queste lezioni il prossimo appuntamento con Giordano è in libreria per l’uscita del suo romanzo Il nero e l’argento: una storia di famiglia, dei tentativi di una coppia giovane con un bambino ad andare avanti senza l’aiuto domestico di sempre, a cui devono improvvisamente rinunciare. Nel frattempo gli studenti del master imparano con lui tra i banchi di Sant’Agnese.