C’è un filo sottile che unisce l’Università Cattolica all’Eni. Un legame storico, dalle profonde radici culturali, da ricercare soprattutto in quel rapporto d’interazione che tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta si sviluppò fra l’Ateneo fondato da padre Gemelli e la grande azienda creata da Enrico Mattei. L’Ente nazionale idrocarburi concretizzò, infatti, un approccio ai temi dello sviluppo debitore, in larga parte, verso studiosi e intellettuali provenienti dall’Università Cattolica, a cominciare da Marcello Boldrini, la cui presenza è particolarmente significativa come primo e più stretto collaboratore di Mattei e poi suo successore ai vertici dell’azienda.

A indagare questa relazione, originale e dialettica, è stato il progetto “Dall’Università Cattolica all’Eni: la formazione di una classe dirigente”, che ha sostenuto la pubblicazione dei volumi Cultura e petrolio. Marcello Boldrini dall’Università Cattolica ai vertici dell’Eni, di Maurizio Romano (Il Mulino, 2017) e Cultura in azione. L’Eni e l’Università Cattolica per lo sviluppo dei popoli, a cura di Maria Bocci (Vita e Pensiero, 2017).

I due volumi saranno presentati lunedì 4 dicembre durante il convegno intitolato: Eni e Università Cattolica. Un’alleanza per lo sviluppo dei popoli, in programma alle 11.30 nell’Aula Magna di largo Gemelli, 1. Dopo i saluti istituzionali del rettore Franco Anelli, interverranno: Claudio Descalzi (in alto nella foto), amministratore delegato di Eni, e fra Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento in Assisi. Modererà Marco Damilano, direttore de L’Espresso.

Quello che emerge dall’indagine affidata al Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di Scienze del territorio “Mario Romani” è il ruolo giocato dall’Università Cattolica nella formazione della cultura d’impresa di Eni. Oltre a Marcello Boldrini, furono anche altri i «lavoratori della conoscenza» impegnati nell’Ateneo del Sacro Cuore, che contribuirono alla predisposizione di strategie di sviluppo capaci di influire sulla visione geopolitica dell’Eni. Tra loro, Francesco Vito, Pasquale Saraceno, Amintore Fanfani o Giorgio La Pira, uno dei punti di riferimento più ascoltati da Mattei, che collaborò con l’Università Cattolica in momenti particolarmente significativi per la rinascita del secondo dopoguerra.

Si tratta di figure che ebbero un ruolo non marginale nella definizione degli obiettivi economici e politici perseguiti della grande azienda pubblica in un ambito strategico come quello dell’approvvigionamento energetico. Per capire l’Eni di Mattei, insomma, occorre far riferimento a una visione di lungo periodo, che si è alimentata in una riflessione etico-politica ispirata a un insieme coerente di valori e di principi sociali.