La biblioteca di studi storico-filologici “F. Montagnini” e l’Archivio di Fonti bibliografiche e documentarie sul Vicino Oriente antico “F. Vattioni” dell’Università Cattolica rievocano la figura scientifica di Giovanni Garbini e i suoi studi di linguistica e di epigrafia semitica relativi alle antiche civiltà vicino-orientali, da cui passò gradualmente ad occuparsi anche delle religioni semitiche antiche, per poi approdare alla storia e filologia biblica.

La cerimonia in ricordo dell’eminente accademico assumerà la veste di un memoriale, suggerito dall’ultima opera, apparsa postuma: Il vangelo aramaico di Matteo e altri saggi (Studi biblici 188; Paideia Editrice, Brescia 2017). Dopo la commemorazione della figura scientifica di Garbini, tenuta dal prof. Fabrizio A. Pennacchietti, emerito di filologia semitica dell’Università di Torino e suo allievo fin dalla prima ora, sarà presentato quest’ultimo saggio, di cui l’autore riuscì a rivedere le bozze prima della stampa. Esso perciò fornirà lo spunto per ricordare la multiforme attività del prof. Garbini e le linee prioritarie della sua ricerca, nonché la singolare metodologia che ha contribuito a renderlo un autentico maestro per intere generazioni di semitisti.
Il volume, che sarà presentato alla Cattolica di Brescia da chi scrive e da Antonio Zani della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, raccoglie una serie di saggi recenti, in parte inediti, il cui ambito d’interesse spazia dalla storia e dalla cultura dell’antico Israele fino alle soglie del cristianesimo. In particolare, l’ultimo contributo – che dà il titolo al volume – affronta il problema dell’esistenza di un vangelo aramaico di Matteo, sulla scorta di quanto riferisce Papia, vescovo di Ierapoli (Frigia), vissuto nel sec. II d.C.

Garbini, infatti, a lungo si dedicò allo studio filologico-linguistico della Bibbia ebraica, e ultimamente anche a quello degli scritti neotestamentari.
Emerito di filologia semitica all’Università di Roma “La Sapienza”, e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, iniziò la sua attività di professore universitario all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, prestigiosa istituzione accademica per gli studi di orientalistica, quindi passò alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Allievo di Sabatino Moscati alla “Sapienza”, studiò le lingue semitiche da un punto di vista storico comparativo, e approfondì la conoscenza dei diversi aspetti della cultura di Amorrei, Fenici, Ebrei e Arabi preislamici, svolgendo importanti missioni di studio in Israele, a Malta, nello Yemen e in Etiopia. Egli considerava lo sviluppo storico delle lingue semitiche come sfondo della cultura e delle vicende dei vari popoli di cui si occupava. Il suo interesse per l’epigrafia fu quindi la conseguenza naturale dei suoi studi, dato che in tale ambito le iscrizioni rappresentano la sola fonte diretta.


La cerimonia sarà anche una felice occasione per rendere omaggio riconoscente alla memoria dello studioso per la donazione dei preziosi volumi della sua biblioteca personale alla sede bresciana dell’Università Cattolica, cui già egli stesso aveva iniziato a dar corso dall’estate 2016. I suoi libri arricchiranno quindi l’Archivio dedicato all’amico mons. Francesco Vattioni, filologo semitista di origini bresciane, con cui Giovanni Garbini condivise a lungo studi e interessi di ricerca.