I confini dell’Italia vanno stretti a molti dei laureati in Fisica della sede di Brescia dell’Università Cattolica, che ha presentato i suoi corsi nell'Open day di sabato 8 febbraio. Subito dopo la laurea continuano a fare ricerca nei migliori istituti internazionali e si stanno rivelando ambasciatori dell’ateneo nel mondo. Hanno scelto il Regno Unito, l’Irlanda, la Spagna, la Germania, l’Olanda, il Canada, gli Stati Uniti e il Sudafrica, poiché le ricerche più avanzate hanno ormai una dimensione globale.

«Le opportunità di scelta sono davvero innumerevoli», spiega il professore di Fisica Claudio Giannetti (in primo piano nella foto, nei laboratori di Fisica, insieme al professor Gabriele Ferrini e a un giovane ricercatore), che conta molti dei suoi laureati in istituzioni internazionali di primissimo livello. La mappa delle destinazioni si fa ogni anno più fitta. Paolo Glorioso (guarda l'intervista di YouCatt) sta svolgendo il dottorato al Mit di Boston, Angelo Ziletti alla Boston University mentre Andrea Trivella è alla Ucla di Los Angeles.

 

 

«Ho iniziato il dottorato al Massachusetts Institute of Technology (Mit) nel settembre 2010 - racconta Paolo, che ha conseguito sia la laurea in Matematica che quella di Fisica -. Il settore disciplinare è fisica teorica delle alte energie. Il progetto su cui lavoro riguarda lo studio di fluidi quantistici mediante la teoria delle stringhe. Un esempio di tali fluidi è il "plasma di quark-gluoni", che viene creato a LHC, l'acceleratore di particelle del Cern di Ginevra. Le prospettive dopo un dottorato in fisica teorica sono molteplici. Io voglio proseguire in ambito accademico, il che significa fare domanda di postdoc, la posizione che segue il dottorato». Il giovane ricercatore spiega anche i risvolti umani della sua esperienza: «Vivere a Boston si e' rivelata un'esperienza molto intensa, sia per il lavoro che sto svolgendo tra ricerca, insegnamento, corsi ed esami da effettuare, sia come esperienza di vita. Vivere lontano da casa, parlare un'altra lingua, costruirsi una vita sociale completamente nuova, sono elementi che vengono sviluppati col tempo, e ovviamente non mancano i momenti difficili. Sono stati degli anni unici, in tutti i sensi, e' un'esperienza che mi ha dato tanto».

Anna Lombardi, la giovane ricercatrice che si è laureata a 23 anni, a tempo record e con il massimo dei voti nella facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, sta facendo ricerca a Cambridge, dopo aver conseguito il dottorato nel laboratorio di femtonano-ottica dell’Università di Lione, dove aveva realizzato la tesi di laurea grazie al bando “Tesi all’estero” della Cattolica. «A Cambridge sto continuando a studiare il "nanomondo", in particolare le nanoparticelle metalliche, ma con l'utilizzo di tecniche diverse rispetto a quelle utilizzate nel corso del mio dottorato - racconta - . Si tratta di differenti tecniche di spettroscopia (spettroscopia Raman) che permettono di studiare i fenomeni alla nanoscala da una prospettiva diversa. Dopo questa formazione internazionale, sarebbe bello fra qualche anno poter leggere i loro nomi sulla porta di un laboratorio italiano».

È la Spagna la meta di Patrizia Borghetti che, dopo essersi laureata a Brescia sotto la supervisione del professor Luigi Sangaletti, con cui ha proseguito gli studi, è volata alla volta di San Sebastian. «Durante il dottorato mi sono occupata di melanina per applicazioni fotovoltaiche e di nanotubi di carbonio per la sensoristica della qualità dell'aria - racconta Patrizia -. Dei tre anni di dottorato, ho trascorso un anno al sincrotrone Elettra di Trieste dove mi sono occupata di molecole organiche depositate su superfici, in particolare di porfirine. Lo scopo era studiare l'interazione di queste molecole con le superfici metalliche, per possibili applicazioni optoelettroniche o magnetiche». Ora si trova a San Sebastian, nei paesi Baschi dove lavora presso il Centro de Fisica de Materiales e fa parte del gruppo di Enrique Ortega denominato NanoPhysics Lab, che in generale si occupa delle proprietà strutturali e elettroniche di svariate nanostrutture.

«Le tecniche che utilizziamo nei nostri esperimenti - continua Patrizia - sono simili a quelle di Brescia, come per esempio la fotoemissione prodotta nel laboratorio del professor Sangaletti o la microscopia a effetto tunnel usata nel laboratorio di Luca Gavioli. Le misure di laboratorio sono, inoltre, supportate dalle misure fatte al Sincrotrone».

«Frequentare Fisica a Brescia è un trampolino di lancio unico nel mondo della ricerca internazionale - fa notare il professor Giannetti -. L’alta qualità della preparazione di base, unita alla possibilità di frequentare da protagonisti laboratori di ricerca all’avanguardia, rende la preparazione dei nostri studenti all’altezza delle Università e centri di ricerca più importanti del mondo».

Deriva da qui l’alta percentuale dei laureati all’estero registrata negli ultimi anni. Hanno intrapreso una carriera scientifica nei campi più svariati che spaziano dalla fisica teorica alla fisica della materia condensata e dei materiali innovativi. « È uno sbocco importantissimo per il post-laurea, - conclude Giannetti - ma lo scambio continuo dei migliori studenti rafforza anche il legame con l’ambiente della ricerca internazionale, mantenendo altissimo il livello delle attività del dipartimento di Fisica e del centro di ricerca i-Lamp. Questo permette agli studenti di entrare in contatto con le tematiche di ricerca più avanzate che rendono il corso di laurea in Fisica una finestra sulle sfide più affascinanti e innovative sia dal punto di vista tecnologico che del sapere di base».