Il tavolo dei relatori Azione cattolicaEducazione ed evangelizzazione, fede e cultura, formazione e testimonianza: sono binomi inscindibili, che trovano da sempre un punto di contatto nell’attività congiunta dell’Azione Cattolica Italiana, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e delle Chiese locali. Binomio al centro del convegno promosso il 18 marzo nella sede milanese dell’ateneo, a poco più di un mese dalla 90° Giornata dell’Università Cattolica, che si terrà il 4 maggio.

Un confronto a più voci, introdotto dal rettore Franco Anelli e coordinato dal presidente dell’Azione Cattolica Franco Miano, a cui hanno partecipato Paola Bignardi, del consiglio di amministrazione dell’Istituto Toniolo, il professor Francesco Botturi, prorettore dell’Ateneo, e l’assistente ecclesiastico generale dell’Università monsignor Claudio Giuliodori. Con loro le studentesse Silvia Malacarne, Nazarena Puracchio e Irene Saonara, e Valentina Soncini, presidente uscente dell’Azione Cattolica ambrosiana.

Il rettore Anelli ha sottolineato la missione di un’università che fin dalla sua origine intende dare agli studenti una forma mentis per affrontare il mondo, a monte di una formazione specialistica di primissimo livello: obiettivo tanto più cruciale oggi, al tempo del relativismo e dell’individualismo. E il presidente Miano ha riconosciuto la ricchezza di uno spazio di collaborazione, quello dell’università, che non tende al passato ma al futuro: un luogo in cui incontrarsi per sfruttare nel «tempo favorevole» il patrimonio di tradizione, segni ed esperienze che hanno caratterizzato la rete di legami tra Ac, Cattolica e Chiese locali.

Una rete di legami che è anzitutto storia: soprattutto Paola Bignardi, come rappresentante dell’Istituto Toniolo, ma anche monsignor Giuliodori e Irene Saonara hanno voluto ricordare la nascita dell’Ateneo dalla volontà di laici illuminati tra cui Armida Barelli e Giuseppe Toniolo, che avevano colto nelle proprie esperienze di vita e di Chiesa la necessità di un’università cattolica per la formazione dei giovani. Nel suo vissuto, secondo il professor Botturi, l’università ha poi saputo sfruttare il collegamento con i laici e con le Chiese locali per formulare un «progetto culturale permanente», che si esprime nell’identità dell’Università Cattolica che, continuamente, deve essere «portata a giorno» e «riaggiornata» così da consentire agli studenti di mettere la cultura a servizio degli altri.

Testimonianza studentesse Azione cattolicaUn concetto ribadito, da altra angolazione, da Silvia Malacarne, già segretaria del Movimento Studenti di Lodi: il servizio in Ac, vissuto nella realtà della Chiesa locale, porta a concepire lo studio in un’ottica sociale; e la formazione diventa uno strumento per provare a dare risposta alle esigenze di senso, relazionalità e spiritualità dei giovani di oggi. Il nesso tra cultura e fede è stato evidenziato con forza anche da monsignor Giuliodori: lo studio cela sempre in sé una domanda di senso, che va alimentata nell’alleanza con le Chiese locali e stimolata in una prospettiva nuova: come papa Francesco chiede di pensare a una Chiesa in uscita, quali spunti si possono immaginare per una «università in uscita»?
 
L’«uscita» è stata spesso evocata: nell’iniziativa del Rapporto Giovani promosso dall’Istituto Toniolo, strumento a disposizione delle comunità per comprendere le tante sfaccettature dell’universo giovanile; nella testimonianza di Nazarena Puracchio, presidente del gruppo Fuci dell’Ateneo, che ha trovato nello studio in Cattolica nuova vitalità all’impegno per i giovani, e che invita a continuare il percorso missionario «trovandoci e chiamandoci» ogni giorno; nella chiosa di Irene Saonara, responsabile degli studenti di Milano, che ha due sogni: un’università capace di generare credenti curiosi come lo erano i fondatori, e che sappia dire ai suoi giovani la necessità di restare in Italia per mettersi al servizio del Paese e delle comunità d’origine.

Chiusura affidata a Valentina Soncini: la traiettoria nata dall’azione dei fondatori, capaci di portare l’esperienza delle Chiese locali nell’istituzione dell’ateneo, trova oggi un’ideale chiusura nel ritorno auspicato alle Chiese locali, per mezzo dell’impegno di tanti credenti formati in università. Un impegno da rafforzare anche con la collaborazione dei movimenti come Fuci e Meic, e consolidando ulteriormente i buoni rapporti tra l’Ac diocesana e la sede milanese.