Nel romanzo Ciò che inferno non è per la prima volta Alessandro D’Avenia racconta, attraverso l’alter ego Federico, il suo ricordo di don Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, conosciuto a Palermo nella scuola dove insegnava religione. Sono pagine autentiche, lette con commozione nel corso del reading che si è tenuto nella Biblioteca dell’Università Cattolica il 14 novembre, nell’ambito di Milano Bookcity. Ai nostri microfoni – nello spazio della Libreria Vita e Pensiero che ha ospitato un’interminabile folla di fan per il firma copie – il “prof. 2.0”, come si definisce, ci racconta come è nato il romanzo. Ecco cosa ci ha detto.

L’altro scrittore protagonista delle giornate Bookcity in Università Cattolica è stato il madrileno Pablo d’Ors, autore di Biografia del silenzio, un libro edito da Vita e Pensiero che in Spagna è già un best seller e che in Italia, a poco meno di un mese dalla sua pubblicazione, è già in ristampa. A lui abbiamo chiesto di commentare le recensioni ricevute da Avvenire, la Repubblica e Il Sole 24 Ore e di spiegare l’originalità del suo testo che non è un saggio, né una biografia in senso stretto, né un romanzo, ma un invito alla risoluzione di molte contraddizioni del sé. «A noi esseri umani non basta l’acqua, preferiamo le onde» scrive, ma continua: «L’anima si nutre solo a un ritmo pacato». Come risolvere questa antinomia? Ecco cosa ci ha risposto.