Expo 2015 dovrà anche essere un esempio di sostenibilità, specialmente dal punto di vista ambientale: lo ha spiegato Gloria Zavatta, sustainability manager della manifestazione, ospite dell’ultimo incontro di Caffexpò, coordinato da Ettore Capri di Opera, Centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile dell’Università Cattolica, che si è tenuto il 15 dicembre nel Bar della sede piacentina dell’Università Cattolica.

Intervistata da Sara Corrado, dottoranda Agrisystem dell’Università Cattolica di Piacenza, la manager ha analizzato alcuni temi trattati nel rapporto di Sostenibilità dell’evento. La sostenibilità deve essere raggiunta a diversi livelli: economico, sociale e ambientale. «Anche se è molto importante il lato economico, che diventa sostenibile quando si raggiunge almeno un pareggio negli investimenti, l’ambiente rimane al primo posto. Anche perché EXPO 2015 sarà un evento mondiale con la partecipazione di 142 Paesi provenienti da tutto il mondo, e sarà un esempio per tutti gli altri che verranno organizzati in futuro».

La programmazione ha portato dei criteri che ogni espositore partecipante dovrà rispettare: «Per un impatto ambientale accettabile ci saranno precisi obblighi. Contenere al massimo i consumi, il 30 per cento delle superfici dovranno essere senza pavimentazione e la stessa percentuale dei tetti dovrà essere verde. Inoltre, tutti avranno il dovere di effettuare la raccolta differenziata, usare materiali riciclati e garantire il riutilizzo dei manufatti alla fine dell’evento».