Stefano Poni [nella foto], ordinario alla facoltà di Agraria, da novembre è il nuovo direttore dell’Istituto di Frutti-Viticoltura. Succede al professor Mario Fregoni che per anni ha contributo a sviluppare la ricerca e il prestigio dell’Istituto della Cattolica a livello nazionale e sopranazionale. Classe 1960, coniugato e padre di due bambine, Poni rappresenta un nome importante per il settore della viticoltura, noto a livello internazionale per le sue ricerche di fisiologia applicata al vigneto.

 

«L’Istituto di Frutti-Viticoltura della facoltà di Agraria - spiega - articola il suo lavoro su temi di arboricoltura e viticoltura. In questo secondo ambito, per il quale vi è grande tradizione, sono perseguiti da anni due grandi filoni di ricerca. Il primo rinvia alla nutrizione delle piante, alla zonazione e al cosiddetto “terroir” (rapporto vino-territorio). Nel medesimo contesto, assai attive sono le linee di ricerca sul miglioramento genetico della vite e sui rapporti di interazione tra fattori colturali, ambientali e sintesi di composti con riconosciute proprietà salutistiche. Il secondo fa invece perno sulla fisiologia applicata ed ha come obiettivo quello di studiare e di mettere a punto strategie colturali che consentano di raggiungere livelli ottimali di efficienza nel vigneto. Nello specifico, i fattori colturali sono molteplici: potatura invernale ed estiva, criteri di scelta dei sistemi di allevamento e dei sesti di impianto, adattamento agli stress multipli estivi».

 

L’Istituto vanta rapporti internazionali che si concretizzano con l’adesione a master Europei e a progetti con partner europei e di oltre-oceano. Al medesimo tempo, si ritiene strategico e irrinunciabile un confronto e un’interazione con le realtà del territorio che dovrà essere potenziata, come ribadisce il professor Poni. «Sul fronte della didattica, puntiamo allo sviluppo di rapporti con altri atenei che permettano la realizzazione di percorsi condivisi; così come abbiamo intenzione di impegnarci molto seriamente sul fronte dei dottorati di ricerca e promuovere nei prossimi anni alcuni importanti convegni internazionali che mettano la sede di Piacenza al centro del mondo viti-vinicolo».

 

Uno dei temi già oggetto di ricerca dell’Istituto e destinato a diventare centrale nei prossimi anni, sarà quello del cambiamento climatico e dell’influenza che questo avrà sulla coltura della vite, una specie che rappresenta per l’Italia una risorsa di rilevanza strategica. Tra i vari effetti legati al progressivo riscaldamento terrestre si può prefigurare un’incidenza crescente di episodi di stress idrico e termico anche in aree tradizionalmente non irrigate e un’alterazione delle normali dinamiche di maturazione. «In tale ottica – sottolinea il neo-direttore – il nostro istituto sta già impostando ricerche che, utilizzando anche gli stupefacenti progressi relativi alle tecniche di monitoraggio ambientale wireless, hanno la finalità di mettere a punto sistemi di “allerta” che possano indicare al viticoltore il momento in cui è effettivamente necessario irrigare ed eventualmente eseguire interventi di potatura estiva».