Alla fine dello scorso luglio è scomparsa Carla Gallicet Calvetti (foto a sinistra), per molti anni professore ordinario di filosofia morale nella Facoltà di Magistero, prima, e di Scienze della formazione, poi. Si era laureata in Pedagogia nel 1943 e aveva preso la libera docenza in Storia della filosofia nel 1958: in Cattolica ha trascorso l’intera sua vita accademica, se si esclude una breve parentesi a Bari. Allieva di Mons. Olgiati, apparteneva alla terza generazione di filosofi della Cattolica, dopo Masnovo, Olgiati, Chiocchetti e Zamboni; Vanni Rovighi e Bontadini. Ha anche tenuto l’insegnamento di Storia della filosofia a Castelnuovo Fogliani e a Brescia e di Storia della filosofia contemporanea nella Facoltà di Lettere e filosofia, oltre che di Antropologia filosofica.

I suoi studi, proseguiti sino agli ultimi anni di vita, quando le difficoltà della vista avevano reso più difficile il lavoro, ma non avevano fiaccato la sua tempra tenace, sono stati dedicati soprattutto a Spinoza e al movimento protestante, in particolare a Calvino e al suo oppositore Sebastiano Castellion: su questo pensatore e teologo ha scritto il suo ultimo, denso e documentato volume, pubblicato nel 2005. Ai temi della fede e dell’adesione razionale ad essa (senza le tentazioni razionalistiche), della libertà, della predestinazione e del libero arbitrio, della tolleranza e dell’irenismo etico ha consacrato la sua lunga esistenza di studiosa, e li affrontati con acribia filologica e interesse teoretico, in modo che la prima non fosse asfittica e il secondo non risultasse vacuo. Lo scrupolo, con cui ha intrapreso le sue ricerche, ha caratterizzato anche la sua vita, ricca di rapporti famigliari e umani, e sempre disponibile nei confronti degli studenti e degli allievi, che seguiva con passione esigente ed attenzione paziente. Rigorosa nei giudizi sui principi, amorevole e accogliente verso le persone, comprensiva per le umane sofferenze e difficoltà.