Un momento dell'incontroUn’occasione per guardare dall’alto il cantiere dell’Expo e per parlare dell’impatto ambientale che avrà l’evento. È stato quanto ha offerto l'incontro I backstage dell’Expo, ideato da CaffExpò coordinato da Ettore Capri, docente di Chimica agraria alla sede di Piacenza dell'Università Cattolica. L’appuntamento, organizzato dalla rivista CiBi in collaborazione con il Klima Hotel, affacciato proprio sulla piattaforma in cui si svolgerà l’esposizione universale, ha permesso di discutere della quantificazione e compensazione dell’impatto che avrà Expo 2015 su Milano.

Le relatrici, Annalidia Pansini, del ministero dell’Ambiente, e Serenella Sala, del Joint Research Centre Ispra, sono state coordinate da Sara Corrado, dottoranda Agrisystem della sede di Piacenza. L’obiettivo del lavoro è verificare che tutte le opere e le attività eseguite nell’area espositiva «siano sostenibili dal punto di vista ambientale», come ha detto Serenella Sala, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Ispra. «Il monitoraggio che viene e verrà fatto su Expo 2015 riguarderà non solo la parte strutturale, ma anche aspetti come l’agricoltura, il consumo di suolo, l’ambiente idrico superficiale e sotterraneo e ovviamente la viabilità e l’aria», ha concluso.

Del tema si occupa da vicino anche il ministero per l’Ambiente, che sta seguendo passo passo l’andamento dei lavori e non perde di vista gli aspetti fondamentali per far sì che l’evento possa avere ricadute positive. «Per Expo 2015 è stato creato un piano di monitoraggio ambientale ad hoc - ha specificato Annalidia Pansini - che è partito prima dell’inizio dei lavori, sta operando tutt’ora durante l’ampliamento del cantiere e proseguirà sia durante che dopo l’evento». Per quanto riguarda l’emissione di Co2, poi, sono stati realizzati progetti di compensazione che produrranno una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica, anche in collaborazione con il comune di Rho, che in parte ospita l’area espositiva.

Il cantiere dei lavori ExpoLa serata è stata anche l’occasione per guardare dall’alto il cantiere Expo. Salendo sulla terrazza dell’albergo, infatti, il primo totalmente ecosostenibile che si trova proprio all’ingresso dell’area dedicata all’esposizione universale, gli ospiti hanno potuto per la prima volta rendersi conto dell’avanzamento dei lavori, delle strutture e dell’imponenza dell’evento. E per i milanesi, che ancora poco sanno di tutta l’organizzazione, è stata davvero un’opportunità imperdibile, resa ancor più interessante dalla spiegazione di Giacomo Biraghi, della Camera di Commercio di Milano.

«Dimenticatevi della Tour Eiffel, il nostro è un Expo di terza generazione – racconta Biraghi – e sarà un evento popolare, dove tutti i padiglioni sono diversi, dove ognuno fa quel che vuole. Inoltre – ha detto ancora – ci saranno 26 Stati che non hanno mai partecipato all’Expo e che questa volta verranno qui con un proprio stand e, soprattutto, i Paesi in via di sviluppo non saranno relegati ai margini, ma avranno la stessa dignità grazie all’ invenzione dei cluster tematici».