Kindle, iLiad, iPad. Grazie a loro leggeremo romanzi, manuali, poesie ed enciclopedie. Non in un futuro lontano e avveniristico, ma già da oggi per chi è munito di un lettore di testi digitali, altrimenti detto eReader. Chi non ama la tecnologia deve sentirsi spacciato? Il libro a stampa, così come è stato prodotto da Gutenberg a oggi, è una specie destinata all’estinzione? E se questo è lo scenario che si profila, quali cambiamenti vivrà l’industria editoriale? Questi gli interrogativi posti dal workshop Engaging the Reader, organizzato dal master di secondo livello in Professioni editoriali dell’Università Cattolica di Milano, diretto da Edoardo Barbieri.

Il lettore è l’unico punto fermo in un contesto in cui autori ed editori ripensano il proprio ruolo nella filiera produttiva del volume. Come spiega Ottavio Di Brizzi, direttore editoriale di Bur: «Il lettore è sempre stato al centro degli interessi di un editore. In questo momento, però, è più grande la possibilità per l’editore di dialogare con il proprio destinatario e per il lettore di confrontarsi con un editore o un autore: il testo può essere al centro di una conversazione e questo è un fatto relativamente nuovo».

A dire il vero, i supporti per la lettura di testi in formato digitale esistevano da tempo, ma nell’ultimo anno l’offerta di titoli in lingua italiana è cresciuta in modo considerevole. In attesa di capire se davvero il 2011 sarà l’anno dell’eBook, le case editrici giocano d’anticipo e sfornano prototipi che, dopo il collaudo, potrebbero essere adottati per tutti i titoli in catalogo. Rizzoli fa la parte del pioniere lanciando in doppio formato, cartaceo e digitale, l’ultima fatica di Beppe Severgnini, "La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri". Il giornalista del CorSera spiega che l’ebook non è una fotocopia del volume stampato, ma un nuovo prodotto interattivo: «Il libro si prestava a interagire con immagini e video. Il nostro Presidente del Consiglio non solo ha dominato la vita pubblica e politica italiana degli ultimi quindici anni, ma è anche un personaggio facilmente rappresentabile, è diventato un ologramma; i video che lo riguardano sono innumerevoli, come le battute, le polemiche, le vicende. Mi sono limitato a raccogliere tutto il materiale di note testuali, link esterni, immagini ferme, video».

Severgnini sostiene che questo modo di lavorare non ha affatto cambiato il suo processo creativo, e non ha intaccato la sua funzione autoriale: «La scrittura di questo libro è semmai più curata: è un libro a cui penso da due anni, l’ho scritto in nove mesi, con l’attenzione prestata ad altri libri, forse persino superiore perché ero consapevole del rischio di potere essere distratto dai contenuti multimediali». Certo, nella saggistica è più facile trovare libri adattabili all’eBook, nella narrativa è lo scrittore che dovrà inventarsi qualcosa per potere accogliere anche immagini e video. Conclude Severgnini: «Penso che potrebbe essere interessante, per esempio, inserire la musica con cui un autore scrive, oppure le immagini che lo hanno ispirato».

In attesa che gli scrittori trovino la formula del romanzo multimediale, Oliviero Ponte di Pino, direttore editoriale di Garzanti Libri, punta sulla digitalizzazione delle opere di consultazione: «È uscita un’applicazione dell’Enciclopedia Universale, sia per iPad sia per iPhone, ma con una diversa gerarchia dei contenuti. Sono due supporti molto simili ma con una dimensione diversa dello schermo. Riuscire a capire che forma deve avere uno stesso contenuto a seconda del supporto al quale è destinato è molto affascinante. L’adagio di McLuhan è sempre valido: il medium è ancora il messaggio».

Il vero problema del prossimo futuro sarà allora la visibilità dei prodotti editoriali. Ottavio Di Brizzi non ha dubbi: «Non cambierà tanto come faremo i libri, ma come faremo a distribuirli. Stampare i libri è sempre più facile, ma pubblicarli non è la stessa cosa». La sfida per gli editori sta proprio nel conservare quel ruolo di selezionatori e mediatori che nemmeno la democrazia dei social network e della Rete potrà mai sostituire.