di Mario Feola*

«Niente è banalmente facile, tutto richiede determinate fatiche per ottenere buoni risultati».
Così Maurizio Lana, docente all’Università degli Studi del Piemonte Orientale, commenta lo studio e l’utilizzo del software di composizione tipografica Latex. Il professore è intervenuto al convegno “Il Latex nelle discipline umanistiche”, che si è svolto nell’ambito del corso di Informatica umanistica e di Cultura classica del professor Guido Milanese, che si è svolto in Sala Chizzolini della sede di Brescia dell’Università Cattolica.

Per l’occasione, si sono confrontati alcuni tra i più importanti utilizzatori e sviluppatori del software in campo umanistico e scientifico: Grazia Messineo e Salvatore Vassallo, entrambi docenti della facoltà di Economia dell’Università Cattolica a Milano, Alessandro Musesti, docente alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e scienze naturali della sede di Brescia dell’Università Cattolica, e Ivan Valbusa, docente all’Università degli Studi di Verona.

«Gli strumenti che si usano - continua il professor Lana - non si usano perché sono facili, ma perché danno determinati risultati a determinati prezzi». Nel campo della composizione di testi accademici, il linguaggio Tex, con la sua interfaccia utente Latex, sono davvero ottimi strumenti. Il Tex venne inventato da Donald Knuth nel 1978 per comporre testo in notazione matematica; nel 1985, poi, Leslie Lamport creò l’interfaccia Latex per “automatizzare tutte le operazioni più comuni che coinvolgono la realizzazione di un documento”, secondo quanto affermato dal sito del Guit, ossia il Gruppo di utilizzatori italiani del Tex.
 
Secondo il professor Musesti, che parla da utilizzatore del software, questo va preferito ad ogni altro word processor: ha una resa grafica molto avanzata, la spaziatura è automatica; permette ai matematici di scrivere formule lunghe e complesse, poiché gestisce tutti i caratteri e simboli utilizzati in matematica (si pensi per esempio alla formula per calcolare i punti dell’insieme di Cantor); obbliga l’autore a concepire il testo in maniera sezionata, per cui gli indici, che vengono generati automaticamente, sono ordinati e immediatamente comprensibili.

Altri vantaggi per qualunque utilizzatore sono determinati dall’ottima gestione delle note, dalla possibilità di creare riferimenti incrociati, creare citazioni e bibliografie in maniera automatica e veloce. L’aspetto fondamentale, tuttavia, sta nel fatto che si tratta di un software libero: il codice sorgente è messo a disposizione in rete, e il programma può essere sviluppato a seconda delle necessità. Dal punto di vista accademico, questo permette una trasmissione universale del sapere.

Per esempio, il professor Valbusa si è occupato di sviluppare alcuni pacchetti per le bibliografie in testi umanistici: BibLatex Philosophy permette di costruire bibliografie a blocchi, che si rendono necessarie in ricerche molto corpose, in cui sono citate più opere di uno stesso autore; Verbose permette di differenziare, con un semplice comando, la presenza di una citazione a piè di pagina completa o sostituita, a seconda delle necessità, dalle diciture ivi o ibidem; la sua classe di documento SufTesi offre risultati tipografici migliori: questi accorgimenti di carattere meramente estetico vanno presi, soprattutto quando si considera la diffusa tendenza alla sciatteria tipografica determinata dalla fretta di pubblicare di cui spesso si è vittime oggi.

In ambito matematico, i professori Vassallo e Messineo hanno sviluppato, tramite questo software, una piattaforma per implementare il recupero di matematica nei licei, in grado di costruire in maniera autonoma esercizi interattivi, ma anche un programma per la generazione randomizzata degli esami universitari. In questa stessa direzione si è mosso il professor Milanese nella stesura degli esami per la certificazione linguistica del Latino, e allo stesso modo si potrebbero pensare esami per varie altre aree di studio, siano esse scientifiche o linguistiche: il linguaggio Tex è universale.

Erroneamente, circolano voci sulla difficoltà di questo software: in realtà, è costruito e sviluppato con la precisa intenzione di facilitare la vita dei suoi utilizzatori, la sua comprensione a livello elementare richiede un tempo brevissimo, soprattutto se questa viene incentivata, o forzata, dai relatori delle tesi: qualunque pedagogista potrebbe confermare, secondo il professor Valbusa, la filosofia del “devo quindi posso” adottata dai suoi tesisti.

Il convegno si conclude con grande entusiasmo da parte di docenti e partecipanti: nel mondo del Latex c’è ancora molto da fare, e allora l’appuntamento va all’anno prossimo per aggiornarsi sui risultati raggiunti, nella speranza che assuma una cadenza annuale e diventi un punto di riferimento per tutti coloro che, oltre al contenuto, desiderino curare anche la forma dei loro testi.

*Primo anno laurea magistrale in Scienze Linguistiche, sede di Brescia