In occasione della Quaresima, oltre alle opere allestite nella cappella del Sacro Cuore di largo Gemelli, l’8 aprile verrà inaugurata nella cappella San Francesco dell’Università Cattolica in largo Gemelli 1 a Milano l’esposizione Passion di Georges Rouault, pittore francese vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

Le acqueforti e le acquetinte esposte nella cappella (primo piano, scala C di largo Gemelli, 1 a Milano) costituiscono una serie composta da Rouault fra il 1935 e il 1936 per il testo Passion dell’amico scrittore André Suarès che, insieme a disegni per silografia, l’editore Vollard pubblica a Parigi nel 1939. La mostra, curata dal Centro pastorale dell’Ateneo in collaborazione con la professoressa Cecilia De Carli dell’istituto di Storia dell’arte, sarà visitabile dall’8 aprile fino al 4 maggio da lunedì a sabato (tranne il mercoledì) dalle 9 alle 17.

La serie completa delle 17 tavole, 7 a colori e 10 in bianco e nero, acqueforti e acquetinte più una silografia derivante dai disegni prodotti da Rouault per Passion provengono dalla Collezione di Luigi Tavola. Affrontano il percorso della Passione di Cristo, allargando l’itinerario delle stazioni liturgiche della Via Crucis e del racconto dei Vangeli. Da queste opere traspare una toccante condizione umana che vede il Cristo ora alle porte della città, fra operai, intellettuali, peccatori, prostitute, ora a colloquio con il diavolo, oltre che con i discepoli e le pie donne. Quell’umanità che attraversa le regioni più desolate dell’esistenza è presente all’artista in tutta la sua drammaticità, come una ferita di cui vuole condividere il dolore e la pena senza censura.

Mounier, Léon Bloy, Peguy, Jacques e Raïssa Maritain, “i grandi amici” dell’artista, sono i suoi maestri e compagni di strada, ai quali mostra, dipingendo il suo anticonformismo, il suo odio per la mediocrità borghese, ma anche la sua ricerca di una verità più profonda. I protagonisti delle sue tavole riempiono lo spazio pittorico con una necessità unica e misteriosa, “affine - scrive Maritain - a quella con cui le nature di un universo riempiono i loro limiti”. (Frontières de la poesie et autres essais, trad.it. 1985, p. 31).

La sua originalità, interna all’atto del dipingere, rende giganti, si potrebbe dire intimi, i personaggi di Passion che si ritrovano immersi in uno straordinario paesaggio. Quel paesaggio che - aveva pronosticato Suarès - Rouault sarebbe stato l’unico in grado di ricreare come “pae-saggio religioso”. È là, infatti, dove quell’umanità derelitta è immersa e già incorporata nella traccia della salvezza.