di Elisabetta Matelli *

Entrare nel cuore della liturgia quaresimale attraverso una lettura continua e drammatizzata della passione di Cristo secondo il Vangelo di Marco è un modo antico, ma ancora vicino alla nostra sensibilità per fare spazio alla straordinaria parola rivelata attraverso la vicenda umana e la Passione di Cristo.

Dopo la celebrazione della liturgia eucaristica con l’imposizione delle ceneri il 18 febbraio, presieduta dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, mercoledì 25 febbraio 2015, alle ore 18, nella Cappella del Sacro Cuore illuminata da luci di candele, le parole della passione di Cristo prenderanno voce e corpo attraverso la voce dell’attore Christian Poggioni, accompagnate da evocative sonorità del musicista Adriano Sangineto, che suonerà vari strumenti antichi ricostruiti da una raffinatissima arte liutaia.

Il Vangelo di Marco è il più breve e il più antico dei quattro vangeli canonici. Scritto in greco, forse a Roma, verso l’anno 70, è considerato l'espressione della prima predicazione della Chiesa indirizzata a cristiani di origine pagana. Il linguaggio e lo stile sono arcaici, le parole di Gesù sono talora anche molto taglienti, con un forte effetto icastico capace di tradurre il racconto, attraverso l’ascolto, in nostre grandi visioni.

Il Gesù di Marco è un Dio che benefica tutti quelli che incontra, ma poi subito sfugge alla folla e ai tentativi di “presa” degli uomini (anche quando viene catturato). È un Dio che chiede di essere cercato. Siamo aiutati nel riconoscere tale senso misterioso della presenza umana di Cristo nel Vangelo di Marco dalle parole dell’inno eucaristico attribuito a Tommaso d’Aquino, che leggiamo sull’abside della Cappella del Sacro Cuore della sede di Milano: “Adoro te devote latens deitas” (“Ti adoro con devozione, o divinità che ti nascondi”).

La particolarità di questo testo è tale che, per dirla con Daniel Marguerat, l’ascoltatore moderno rimane “spiazzato”. Per questo due esperti esegeti come monsignor Bruno Maggioni, biblista e studioso del testo di Marco, e Giuseppe Visonà, docente di Filologia Neotestamentaria in Cattolica, offriranno alcune parole per entrare nell’ascolto della lettura del Vangelo di Marco, avendo presenti l’originaria funzione liturgica nelle prime comunità cristiane, dove, forse, veniva letto integralmente nella veglia pasquale.

In collaborazione con il Centro Pastorale, cura questo allestimento, nella Cappella del Sacro Cuore di largo Gemelli 1 a Milano, l’Associazione Kerkís. Teatro Antico In Scena (http://kerkis.net). Dall’intero Vangelo di Marco si ritagliano i capitoli dedicati alle profezie messianiche e alla passione. La lettura termina con l’episodio delle donne che fuggono via dal sepolcro vuoto, “piene di timore e di spavento” (capitolo 16,8): fin qui arrivava il vangelo originario. I versetti successivi, che descrivono le apparizioni di Gesù risorto, sono certamente un’aggiunta posteriore.

La lettura drammatizzata del Vangelo di Marco per segnare l’inizio della Quaresima è un “anticipo” rispetto all’esperienza totalizzante e straordinaria di un ascolto dell’intero Vangelo di Marco prevista il 15 giugno 2015, che intende replicare un evento sperimentale rivelatosi di grande successo presso il Teatro San Lorenzo alle Colonne, dello scorso 29 ottobre 2014.

La lettura continua del testo permetterà di cogliere come la predicazione di Gesù sia sempre in itinere, con dislocazioni continue in luoghi che stentiamo a riconoscere correttamente, ma che, forse proprio per questo, danno l’idea di spazi simbolici che potrebbero essere ovunque. Rapide pennellate rendono la narrazione così veloce e stringata da rendere impressionante il susseguirsi degli episodi, dei luoghi attraversati, delle ripetute guarigioni, dei miracoli, dei dialoghi di Gesù, che - alla fine - comunicano l’idea di un Dio che attraversa la storia e che, mentre attrae con la concreta potenza delle sue parole e dei suoi atti, sempre sfugge e chiede di essere cercato.

Nella lettura continua, una breve pausa conviviale separerà la prima parte - quella in cui s’impone all’attenzione delle folle un Cristo taumaturgo con miracoli, guarigioni ed esorcismi e la domanda ricorrente “Chi è costui?”- dalla seconda parte, messianica, che prende inizio dalla confessione di Pietro: "Tu sei il Cristo" (8,27-30) e dedica ampio spazio alla descrizione della passione, terminando con l’annuncio della resurrezione. La lunga lettura continua scorre assieme a immagini di Clara Matelli: pitture che, rinunciando a rappresentazioni figurative, accompagnano il racconto con segni astratti e intensi colori materici per offrire vibranti suggestioni alla mente dello spettatore, senza chiuderla in immagini predefinite. Gli effetti delle luci e le proiezioni sono affidate ad Alessio Calandra.

Il professor Giuseppe Visonà ha promosso e condiviso l’ideazione di questo progetto con l’Associazione Kerkís. Teatro Antico In Scena, convinto di quanto afferma il benedettino belga B. Standaert nel libro Marco: Vangelo di una notte, vangelo per la vita (EDB, Bologna 2012), cioè del fatto che “sul piano letterario il testo contenga tutti i segni distintivi che ne fanno un discorso vero e proprio e un’azione drammatica, che richiede di essere proclamata in una sola volta, d’un fiato”. L’ipotesi è infatti che Marco venisse letto nella veglia fra il sabato e la domenica, come punto di approdo dell'iniziazione dei catecumeni, che al termine della lettura integrale del racconto evangelico venivano battezzati e partecipavano per la prima volta al banchetto eucaristico.

* Docente di Storia del teatro greco e latino, responsabile del Laboratorio di Drammaturgia Antica, presidente dell'Associazione "Kerkìs. Teatro antico in scena"