Un momento della partita a scacchi“La notte dei ricercatori” a Brescia è iniziata in realtà alle 10 del mattino e si è conclusa con un evento spettacolare ambientato tra le storiche mura di Palazzo Broletto, in pieno centro storico: la storica “Partita del Sapere”, una rievocazione in chiave fisico-matematica della celebre partita a scacchi Byrne-Fischer del 1956. A giocare la partita la squadra del Sapere Antico che ha sfidato la squadra del Sapere Moderno. Vestiti da cavallo, re, regina e torre i ricercatori della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali della sede bresciana. Ciascuna pedina “vivente” rappresentava un celebre matematico o fisico che aveva con sé un libro, simbolo del suo sapere. E ogni pezzo “mangiato” ha consegnato all’avversario il suo libro, assicurando così la trasmissione del sapere nel tempo.

L’evento ha attirato molti passanti incuriositi dall’iniziativa che hanno assistito con piacere alle mosse del “sapere”. Il 26 settembre MeetMeTonight  ha preso inizio al mattino quando le porte dei laboratori della facoltà si sono aperte per accogliere diversi istituti della città e provincia ma anche passanti che, attratti da strani macchinari esposti nel cortile dell’ateneo, si sono lasciati convincere dal desiderio di togliersi qualche curiosità.

Il percorso “Chi cerca trova” ha guidato i visitatori alla scoperta degli effetti quantistici di luce e materia. L’evento “Non solo riga e compasso” ha divulgato la ricerca della matematica servendosi di poster espositivi che hanno illustrato alcuni dei problemi matematici che, come  ha spiegato il professor Alessandro Musesti, non possono essere risolti solo con lo strumento della riga e del compasso. «Abbiamo anche istituito un piccolo laboratorio di probabilità – continua il docente – che dimostra, per esempio giocando con i dadi e i numeri che escono a ogni lancio, che il caos può in realtà essere governato da alcuni fenomeni che sono più ordinati, per cui se si mettono insieme tanti esperimenti ripetitivi, come il lancio di un dado per più volte, non si potrà dire al singolo evento quello che succederà ma si potrà dire che un sesto delle volte uscirà l’uno, un sesto delle volte uscirà il due e così via». Ed è la matematica, protagonista della giornata, a studiare queste leggi.

Sempre all’interno dell’iniziativa “Non solo riga e compasso” i professori hanno riproposto il laboratorio con i fluidi non newtoniani dopo il successo dello scorso anno. A sperimentare le proprietà di questa strana materia sono stati soprattutto i ragazzi, più volenterosi di sporcarsi le mani in bacinelle di acqua e maizena per esaminare la forza di questa sostanza. Proposto come un “gioco” divertente, in realtà il fluido viene utilizzato in importanti applicazioni industriali quali i sistemi di frenata.

«Abbiamo visitato diversi laboratori e li abbiamo trovati tutti interessanti», racconta Michela che dall’Istituto Primo Levi, distaccamento di Lumezzane, ha trascorso la giornata alla facoltà con i compagni di scuola.

La partita a scacchiAll’interno di MeetMeTonight è stato dato ampio respiro anche alle sperimentazioni della facoltà sull’ambientale: nel cortile dell’ateneo è stata allestita una piccola mostra di strumenti per il monitoraggio sia dei composti gassosi che del particolato fine, come il famoso PM10, ed altri inquinanti. «Questi strumenti – spiega la professoressa Maria Chiesa – possono essere utilizzati sia in ambito rurale che urbano. Nel primo caso un importante esperimento della facoltà è condotto a Bosco Fontana nel mantovano dove si sta cercando di mappare l’impatto degli inquinanti sulla vegetazione; nell’ambito urbano, invece, svolgono un ruolo importante le misure e le valutazioni di come il traffico influenzi l’inquinamento».

Ad accompagnare questa mostra una conferenza sul servizio ecosistemico tenuta dal professor Giacomo Gerosa, insieme a Riccardo Marzuoli, Angela Finco e Maria Chiesa: le piante e gli ecosistemi vegetali aiutano a ripulire la qualità dell’aria rimuovendo grandi quantità di inquinanti gassosi. Una rimozione che avviene sia per assorbimento fogliare che per distruzione sulle superfici vegetate. Le piante offrono quindi un importante servizio per l’uomo ma si mettono a rischio di effetti nocivi su se stesse. Gli impatti negativi sono stati studiati dalla facoltà tramite sperimentazioni con Open Top Chambers nel vivaio Ersaf di Curno (Bg).