Ascolto, conoscenza, comprensione, confronto: sono le parole d'ordine della "Policy per l'accoglienza delle differenze e specificità culturali e religiose" del Policlinico “A. Gemelli”, presentata martedì scorso nella hall del Policlinico in occasione della ventesima Giornata Mondiale del Malato.

Il documento è stato elaborato su impulso del Centro pastorale dell’Università Cattolica di Roma e della direzione del Policlinico Gemelli alla luce delle Raccomandazioni per gli operatori sanitari delle strutture ospedaliere e territoriali della Regione Lazio, promosse dalla Asl Rme, in cui vengono fornite informazioni riguardanti il momento dell'accoglienza in ospedale, il rapporto con la corporeità, il lavaggio di mani e piedi, la gestione delle cure (con particolare attenzione alle terapie e agli interventi non permessi), la comunicazione medico-paziente, la gravidanza, il parto, il momento della nascita, le norme alimentari per i menù, l'assistenza spirituale e religiosa, i riti funebri e la gestione della salma, le festività.

Un'iniziativa nata dalla constatazione delle differenti necessità culturali e religiose dei pazienti del Gemelli, che sempre più spesso ne fanno esplicita richiesta, come ha spiegato anche don Angelo Auletta, assistente pastorale della Cattolica di Roma. «Nel celebrare la ventesima Giornata mondiale del malato - ha raccontato - invitammo i rappresentanti delle religioni presenti a Roma a una tavola rotonda sul tema. In quella circostanza proposi alla direzione del Policlinico di redigere un protocollo che consentisse di regolare e di assicurare il miglior esercizio dell’assistenza e dell’accoglienza ai pazienti non cattolici. D’accordo con l’assistente ecclesiastico generale di allora e di oggi la direzione del Policlinico incaricò Alberto Fiore di elaborarla appropriatamente al fine per cui era pensata e proposta».

All’evento era presente anche monsignor Zygmunt Zimowsky, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, che ha ricordato la figura di Giovanni Paolo II: «Papa sofferente tra i sofferenti e convinto sostenitore del dialogo tra le religioni. Questo nostro incontro - ha auspicato l’arcivescovo -, sia un segno di conciliazione e apertura lungo il cammino che ci porterà alla sua canonizzazione del prossimo aprile». Dopo i saluti del presidente del Pontificio consiglio per la salute, si alternarono gli interventi dei rappresentanti delle confessioni religiose coinvolte nel progetto: Moschea romana di Al Huda, Religions for Peace, Comunità Sikh,  Comunità israelitica di Roma, Chiesa Avventista, Chiesa Valdese di Roma, Unione Buddhista Italiana.

La Policy nasce dalla consapevolezza della necessità di adottare una modello di accoglienza, orientamento e assistenza ai cittadini, con particolare attenzione agli aspetti relazionali e alle differenze culturali e confessionali, che rappresentano le fondamenta di una cultura dell’umanizzazione delle cure e dell’assistenza. «La facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica è abituata a partecipare insieme e accanto ai malati che scelgono di curarsi al Gemelli al viaggio nella sofferenza  e a dare sollievo e cura a ciascuno, abbracciandoli tutti come  fratelli, senza distinzione di razza o di  religione. Questa Policy conferma pubblicamente questa nostra missione», ha detto Rocco Bellantone, preside della facoltà di Medicina e chirurgia della sede di Roma dell'Università Cattolica.

«Questa Policy - ha concluso  il direttore del Policlinico Gemelli Maurizio Guizzardi - è un'occasione per migliorare il nostro modo di essere operatori della sanità. Di sostenere quindi il malato sotto tutte le sue declinazione: non solo quella della salute ma anche quella religiosa e culturale. È un unicum che non possiamo pensare di gestire in modo parcellizzato. In questa Giornata mondiale del malato ci impegniamo pubblicamente a fare sempre meglio nella presa in carico del paziente al di là della sua appartenenza religiosa ed etnica».
 
L’iniziativa del Gemelli ha raccolto anche il plauso di Teresa Petrangolini, consigliera del gruppo “Per il Lazio”, che ha dichiarato in una nota: «L'iniziativa che il Policlinico Gemelli dedica all'accoglienza e alla cura dei pazienti di diverse culture e religioni va nella giusta direzione». Un importante passo in avanti nel campo dell'integrazione, della tolleranza e della tutela dei diritti di tutti i cittadini.