La pietà di Michelangelo (particolare)Una grande opera musicale e spirituale; una sfida per i protagonisti di Note d’inChiostro che offrono a tutto l’ateneo un momento di riflessione prima della Settimana Santa.

Mercoledì 25 marzo alle 15 nella Cappella del Sacro Cuore di largo Gemelli 1 a Milano, verrà eseguito per la prima volta in Università Cattolica lo “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi

Le parole di Jacopone di Todi, presunto autore del testo, sono le protagoniste di questa meditazione musicale proposta dal Centro Pastorale e da Note d’inChiostro: “Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrymosa, dum pendebat Filius”.

Se c’è un lamento, un grido, un dolore che può rendere al meglio la tragedia di un figlio ucciso ingiustamente, questo è proprio quello di Maria ai piedi della croce, nell’impotenza di salvare il frutto del suo amore incondizionato al Padre.

Ogni Stabat Mater musicale traduce la sofferenza della Madre di Gesù con un linguaggio proprio ma sempre nell’evidenza di un dolore e uno strazio inconsolabile: “Quis est homo, qui non fleret, Christi Matrem si vidéret in tanto supplício?

Cristo è sulla croce ma la vera protagonista di questa tragedia poetica e musicale è Maria, il suo essere madre, la sua fede, la sua personale tragedia che diviene tragedia anche del mondo intero.

Pergolesi trasfigura questo dolore in contrasti musicali, note contro note, voci che si incrociano e si scontrano, strumenti che riproducono il rumore assordante dei chiodi della croce.

Nello stile tipico settecentesco momenti di tensione estrema si alternano a passi più sereni o dolci che, però, sono solo la momentanea interruzione di un lamento che lascia senza fiato dall’inizio all’Amen finale. 

Questo Amen non rappresenta la conclusione serena di una storia, quella del Figlio amato, ma il momentaneo silenzio della morte, reso musicalmente da un contrappunto rigoroso, che si differenzia chiaramente da quei movimenti nei quali il compositore cerca di interpretare l’animo della Madre sofferente.