di Vincenzo Ferrante *

Il professor Mario NapoliSi è spento il 14 dicembre 2014 il professor Mario Napoli, ordinario di Diritto del lavoro nella facoltà di Giurisprudenza dal 2001, dopo aver ricoperto medesimo ruolo nella facoltà di Economia.

Il professor Napoli, nato a Grotteria, al confine fra le province di Reggio Calabria e Catanzaro, si era laureato summa cum laude in Giurisprudenza, in Diritto del lavoro, presso la nostra Università, al termine di un quadriennio  durante i quale aveva avuto un ruolo di primo piano, quale studente del collegio “Augustinianum” e quale presidente dell’Organismo rappresentativo degli studenti (Orsuc), nell’ambito di quel vasto movimento che aveva attraversato la gioventù cattolica nell’ultimo scorcio degli anni ’60.

Di quella esperienza, che lo aveva messo in contatto con lo stesso Presidente del Consiglio allora in carica, on. Aldo Moro, egli era andato sempre fiero, anche se la stagione del suo impegno politico diretto si sarebbe presto conclusa, forse anche a ragione della costante e profonda inclinazione alla concretezza che sempre lo ispirò, anche nella successiva attività scientifica, che ebbe ad intraprendere già nel 1969.

Questo approccio lo condusse facilmente, di lì a poco, a collaborare con le strutture formative ed operative del sindacato, occupandosi in particolare  dei problemi del mercato del lavoro, in un momento nel quale la devoluzione alle regioni di tale attività faceva sperare nella possibilità di dar vita a strutture pubbliche, capaci di consentire effettivamente l’incontro fra domanda e offerta di lavoro.

Prima di ritornare in Cattolica, fu docente a Trento e a Brescia, in due facoltà di nuova costituzione, rispettivamente, di Sociologia ed Economia, portando in entrambe un apporto importante  anche nell’aspetto organizzativo. In questi anni maturò l’idea che il diritto, prima ancora che regola per la risoluzione dei conflitti, è innanzi tutto norma di comportamento primario, a cui guardano gli operatori per la loro quotidiana condotta.

Il suo vasto pensiero scientifico resta dominato dall’opzione di fondo della scuola civilistica fondata dal professor Luigi Mengoni, con il quale si laureò, che vede nel contratto non uno strumento per affermare la predominanza di una parte sull’altra, ma il luogo nel cui ambito, grazie alle previsioni contenute nella Costituzione (e nelle “carte” internazionali) , la libertà individuale può liberamente esplicarsi consentendo lo sviluppo della persona umana. In questa prospettiva, difese costantemente la norma di legge che nelle grandi imprese impone il reintegro in azienda in caso di licenziamento illegittimo, ritenendo che si trattasse di una soluzione coerente con le opzioni costituzionali del legislatore a difesa del diritto al lavoro.

La sua personalità, sempre aperta al confronto intellettuale, lascia un segno indimenticabile non solo nel mondo accademico, ma anche sul piano umano, grazie ad un tratto improntato a grande umanità e sensibilità.

* docente di Diritto del lavoro, facoltà di Giurisprudenza, Università Cattolica, Milano