Rendere accessibili le proprie banche dati per fornire informazioni utili alla realizzazione di ricerche sul fenomeno mafioso e il suo giro d’affari. È il senso della convenzione siglata dalla Procura Nazionale Antimafia e la Commissione Parlamentare Antimafia con il Centro Studi “Federico Stella” sulla giustizia penale e la politica criminale dell’Università Cattolica e il Dipartimento di Studi europei e dell’Integrazione Internazionale dell’Università degli Studi di Palermo.

Per la prima volta, infatti, le due istituzioni aprono a ricercatori e a studiosi degli Atenei di Milano e Palermo gli archivi con l’obiettivo di mettere a disposizione materiale su misure interdittive antimafia, sequestri e confische per avere una mappatura aggiornata delle forme di infiltrazione delle mafie nell'economia legale, e di conseguenza, rendere possibile l’elaborazione di nuove forme di contrasto alla criminalità.

Perché come ha detto Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia, intervenuto alla presentazione della convenzione che si è tenuta a Palermo il 4 aprile nell’ambito di una due giorni di studio intitolata “Ripensare l’antimafia-nuovi contenuti per le sfide del futuro”, è necessaria «una maggiore prontezza degli organi investigativi e giudiziari, che devono dotarsi delle professionalità necessarie per affrontare battaglie inedite».

Al convegno, organizzato dal Dipartimento degli Studi Europei e dell’Integrazione Internazionale (Dems), in collaborazione con la Fondazione Progetto Legalità, sono intervenuti il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli e il professor Gabrio Forti (nel frame del video insieme a Rosy Bindi), preside della facoltà di Giurisprudenza e direttore del Centro Studi “Federico Stella” sulla giustizia penale e la politica criminale. Hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Fiandaca, direttore del Dems, Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Raffaele Cantone, da poco nominato presidente dell’Autorità anticorruzione, Filippo Bubbico, vice ministro dell’Interno, Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Economico. Le conclusioni del dibattito sono state affidate al ministro della Giustizia Andrea Orlando.