di Lorenzo Ornaghi *

Da sinistra il professor Rocco Bellantone, il rettore Ornaghi e il professor Giovanni ScambiaLa brevità di quel Discorso inaugurale, resa necessaria dal conferimento della laurea honoris causa al prof. Julien Ries, ha fatto sì che io rinviassi all’odierna circostanza la tradizionale illustrazione – sempre sintetica, ma un po’ più esaustiva di quanto non abbia potuto fare quest’anno a Milano – dello stato attuale della nostra Università. Assolvo ora l’impegno che ho assunto, congiuntamente a quello di indicare, iniziandosi il mio terzo e conclusivo mandato rettorale, le linee di programma e gestione organizzativa che considero tra le essenziali del prossimo quadriennio.

[…] Tra le molte linee di lavoro da proseguire e approfondire nei prossimi anni, restano sicuramente centrali quelle relative alla cosiddetta internazionalizzazione e alla ricerca scientifica.

Dei sempre migliori risultati conseguiti negli anni recenti grazie ai più mirati investimenti e al rafforzato impegno nel campo della internazionalizzazione, sono una prima prova i dati, che ho già richiamato, sulla mobilità internazionale degli studenti. Alla base dell’incremento di mobilità studentesca vi sono accordi operativi e ben funzionanti con prestigiosi partner e reti internazionali di Università […]

È anche utile ricordare che la nostra Università ha ottenuto dalla Commissione Europea la Certificazione del Diploma supplement Label, ossia l’erogazione di un certificato di laurea in doppia lingua italiana e inglese.

Numerose e assai fruttuose sono le attività di cooperazione e sviluppo, oltre che di assistenza in situazioni di emergenza, grazie soprattutto al ruolo di coordinamento e promozione svolto dal Centro di Ateneo per la Solidarietà internazionale: il Cesi sta attualmente operando in Afghanistan, Albania, Colombia, Etiopia, Giordania, Mozambico, Perù, Russia, Sierra Leone, Sudan, Sudafrica, Uganda. Sono ora in fase di avanzata progettazione sia nuove iniziative nel campo degli interventi di sostegno ai Paesi più poveri, sia la nostra partecipazione in posizione preminente alla prestazione di un Master universitario biennale di II livello, rivolto a medici africani che svolgono la loro attività in ospedali o in comunità e a medici europei che intendono offrire la loro opera professionale in Paesi dell’Africa: questo Master, articolato secondo moduli didattici fruibili a distanza e in contemporanea nelle diverse sedi universitarie, sarà reso possibile da innovative tecniche di comunicazione satellitare.

Nella prospettiva di ulteriore sviluppo della internazionalizzazione e in stretta connessione con quanto fra poco dirò sulla ricerca scientifica, particolare attenzione si dovrà dedicare all’approfondimento dei sistemi di classificazione nelle graduatorie nazionali e internazionali. La precisa conoscenza di questi sistemi di classificazione, anche nei loro aspetti attualmente più discutibili o controversi, è necessaria sia per porre rimedio alle penalizzanti conseguenze dell’errore per cui il nostro Ateneo viene frequentemente considerato in forma disaggregata e parziale a causa della sua complessità e articolazione, sia per meglio orientare, sostenere e valutare ognuna delle diversi componenti dell’intero insieme della nostra ricerca scientifica.

Un nuovo impulso alla ricerca scientifica

Alla promozione della ricerca scientifica – passo così alla seconda delle due principali linee di programma per i prossimi anni – sarà da dedicare una cura particolarmente vigile. Destano infatti una preoccupata attenzione alcuni indicatori del livello di reputazione della nostra ricerca scientifica, o del grado – anche se l’un fenomeno, ovviamente, non coincide di necessità con l’altro – di capacità di ottenere finanziamenti nazionali e internazionali. Tali indicatori, se non addirittura una sorprendente discrasia tra il pubblico accreditamento di prestigio mediante il finanziamento di progetti di ricerca e le autocertificazioni di qualità o eccellenza di grandi aree disciplinari, Facoltà o singoli studiosi, certamente mettono in chiaro un divario fra il rango riconosciuto o singolarmente reclamato nel campo scientifico e l’impegno o la capacità di attrarre le risorse indispensabili per l’avanzamento delle proprie ricerche.

[…] I dati complessivi, una volta disaggregati, rispecchiano con precisione la coesistenza nel nostro Ateneo di aree scientifiche statiche e aree fortemente dinamiche. In qual modo fare uscire le prime dalla loro condizione di fragilità o inerzia, e con quali strumenti incentivare invece coloro che, con il proprio lavoro, responsabilmente concorrono all’incremento di prestigio e di qualità dell’intero Ateneo, è uno degli obiettivi dei prossimi anni.

Per conseguire tale obiettivo con maggiore rapidità, sono stati avviati tre progetti intersede: 1) una serie di incontri, a cui parteciperanno relatori nazionali e internazionali, finalizzata alla formazione di ricercatori sui temi della gestione, degli strumenti e delle possibilità di finanziamento alla ricerca; 2) il preciso monitoraggio della quantità e della qualità delle pubblicazioni dell’Ateneo, anche in vista della valutazione quinquennale della ricerca (VQR), richiesta dal MIUR; 3) la creazione di un database delle pubblicazioni dell’Ateneo, in grado di interagire con analoghi sistemi esterni, così rafforzando la visibilità, la diffusione e la valutazione internazionale dei risultati della nostra ricerca scientifica.

* pubblichiamo alcuni stralci del discorso inaugurale del rettore. Il discorso completo è disponibile in allegato

L'omelia di monsignor Filoni ( KB)