Chagall, Cantico dei CanticiCorreva l’anno 197 d.C. e un ragazzo di 21 anni diventava vescovo di Terni. Ci vorrà del tempo perché sia riconosciuto come santo e, per tutti, patrono degli innamorati e della festa che si celebra il 14 febbraio. Al di là della febbre di consumo e delle varie opinioni che oggi si leggono in rete, divisa tra romantici e no (l’hastag al top nei giorni scorsi era in ogni caso #SanValentinoNoGrazie), la ricorrenza di San Valentino è una buona scusa per approfondire il tema dell’amore attraverso alcune letture che “Vita e Pensiero” vi consiglia per l’occasione.

Cominciamo da un bell’articolo sul Cantico dei Cantici, scaricabile gratuitamente dagli account dell’Ateneo, Il corpo in relazione. La biblista Benedetta Rossi ci guida attraverso questo celebre poema d’amore tracciando alcuni punti chiave delle relazione uomo-donna: l’ascolto, la contemplazione, l’attrazione e l’unione. Il punto di partenza è la voce - «Una voce! Il mio amato! Eccolo, viene» (Ct 2,8) - metafora dell’amore inafferrabile e non manipolabile a proprio arbitrio. Segue lo sguardo – «Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!» (Ct 4,1) – e soprattutto il lasciarsi guardare.

Come spiega la Rossi: «Lasciarsi guardare, così a lungo e così totalmente, significa consegnarsi, significa lasciar cadere le difese di fronte all’altro con piena fiducia». Si arriva infine al desiderio e all’unione, descritta nel Cantico in maniera silenziosa e pudica, momento in cui il corpo diventa parola, comunicazione, fino al compimento: «Io sono nei suoi occhi colei che ha trovato pace» (Ct 8,10) e trovare pace negli occhi dell’amato, spiega l’autrice, ridefinisce e compie la propria identità.

Cover Ricerca di sé, desiderio dell'altroUna conclusione che è il punto di partenza di un altro volume Ricerca di sé, desiderio dell'altro: un libro scritto da una coppia per chi è alle prese con la costruzione di un rapporto amoroso, tra la fatica e la gioia, il desiderio di libertà e l'attaccamento, tra il bisogno di condivisione e la solitudine, tra la dedizione all'altro e la valorizzazione di sé.  «È passando attraverso l’incontro con l’altro che ci si rivela a se stessi» scrivono i coniugi Nicole e Philippe Jeammet (psicoterapeuta lei, psicoanalista lui), che passano in rassegna diverse storie d’amore, alcune raccolte durante il proprio percorso professionale altre scovate nella letteratura, per raccontare l’Amore con la A maiuscola, quello che va oltre i magici momenti iniziali e si costruisce giorno dopo giorno.  [il booktrailer girato dagli studenti]

Cover I miraggi dell'amoreE di idealizzazione e desideri egocentrici che minano l’amore ci parla anche Xavier Lacroix nel long seller I miraggi dell'amore, dove sfata gli stereotipi del neoromanticismo e si interroga su questioni cruciali come: è vero che “basta amare?” Ma l’amore cos’è? Desiderio, tenerezza, passione, volontà? Conta solo l’effervescenza dell’innamoramento o l’alleanza coniugale? Che ruolo svolge nell’amore l’amicizia? Ripercorrendo le strade dei miti classici e di quelli contemporanei, da Tristano e Don Giovanni ai film e alle canzoni, Lacroix arriva a disegnare il volto vero dell’amore, che è un’avventura, un esodo, una traversata, dove mai nulla è acquisito: «esige e richiede costanza, rinunce, pazienza» e soprattutto: «Nell’amore autentico è la vita dell’altro, ciò che è bene per lui a essere desiderato».

E del bene, da un punto di vista filosofico, ci parla più ampiamente Giacomo Samek Lodovici in L'emozione del bene. Alcune idee sulla virtù, dove l’amore, trattato come l’anima di ogni azione pienamente virtuosa, è definito come «bene-volenza, cioè vuole il bene dell’altro» e in questo senso è pienamente correlato alla giustizia: «Come forma di benevolenza che vuole per l’altro quel bene che a lui è dovuto e quindi glielo dà e/o elabora le regole sociali perché ognuno abbia il bene che gli spetta». Per agire bene l’uomo ha quindi bisogno di essere amato e per essere virtuoso deve conciliare le emozioni con la ragione: «Il cuore, insomma, non ha sempre ragione e una prassi solo emozionale porta progressivamente a un’intensificazione del desiderio e a una diminuzione della sua soddisfazione». Sursum corda, e oltre: buon san Valentino a tutti.