In un'antica colonia romana, in Toscana, nei pressi di Ansedonia, in provincia di Grosseto, sono state rintracciate le prime tracce della celiachia in Italia: autore della scoperta Giovanni Gasbarrini, direttore dell'Istituto di medicina Interna dell’Università Cattolica di Roma, che ha riportato il caso, forse uno dei più antichi conosciuti finora, sul Journal of Clinical Gastroenterology.

La celiachia è l'intolleranza al glutine, la proteina comunemente presente in molti cereali che si manifesta a causa del comportamento del sistema immunitario che nei casi delle persone afflitte dalla malattia reagisce impropriamente alla presenza della proteina. Secondo i dati dell'Associazione Italiana Celiachia la sua incidenza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150. I celiaci potrebbero essere quindi 400mila, ma ad oggi ne sono stati diagnosticati circa 85mila.

Teatro dell'evento le rovine dell'antica città di Cosa dove è stato rinvenuto lo scheletro di una giovane donna morta probabilmente per le conseguenze di questa malattia. Il caso potrebbe aiutare a ricostruire l'origine genetica della malattia: Gasbarrini ha infatti chiesto l'autorizzazione a prelevare un frammento di osso per studiarne il Dna alla ricerca dei segni tipici della celiachia nei geni.

Fondata nel 273 AC, la colonia romana di Cosa fu costruita in una posizione strategica su una collina che domina la costa tirrenica. La giovane, i cui resti sono stati rinvenuti nell'attuale Ansedonia nel 1998, si chiama Inumata della Cappuccina, (dal tipo di sepoltura in cui è stata trovata, una tomba a cappuccina, con tetto di tegole) risale probabilmente al I secolo DC e doveva avere tra i 18 e i 20 anni. La ricostruzione del "caso celiachia" è partita da un'intuizione di Gasbarrini: la ragazza faceva parte di una famiglia benestante (nella sua tomba sono stai rinvenuti numerosi monili in oro e bronzo) eppure apparentemente morì di malnutrizione. La sfortunata ragazza era di bassa statura (140 cm), e presentava anomalie scheletriche, osteoporosi e fragilità ossea e dentale, tutti sintomi tipici della malnutrizione ma data l'elevata posizione sociale è da escludere che la ragazza abbia sofferto la fame, anzi, per sua sfortuna avrà potuto godere di una alimentazione ricca di cereali, che, di fatto, potrebbero essere stati la sua rovina. Quindi a provocare il decesso, secondo Gasbarrini, sarebbe stata la celiachia.

Quello descritto potrebbe essere il primo caso di celiachia accertato dopo le segnalazioni del medico greco Areteo di Cappadocia risalenti al 250 AC che racconto di bambini abitanti in comunità agricole che manifestavano sintomi addominali simili a quelli della celiachia. L'analisi del dna della giovane potrebbe permettere di ricostruire l'albero filogenetico della malattia.