Carne di cavallo in lasagne e tortellini, c'è da preoccuparsi? Un messaggio rassicurante viene dalla facoltà di Agraria della sede piacentina della Cattolica che l'11 marzo ha organizzato un'affollatissima conferenza sull'onda dei dubbi sollevati dai recenti fatti di cronaca legati a multinazionali del settore alimentare. Le rassicurazioni derivano in primo luogo dal fatto che se frode c'è stata, si è trattato solo di frode commerciale. Del resto la sicurezza alimentare europea è la migliore al mondo, come confermano tutti i dati scientifici, e sui 120 controlli realizzati in Italia non si è rintracciato alcun antinfiammatorio come il fenilbutazone, adoperato per i cavalli da corsa, ma nocivo per l'uomo.

L'incontro, introdotto dal saluto del professor Paolo Ajmone Marsan e del preside della facoltà Lorenzo Morelli, che ha rimarcato il compito accademico e professionale di formare gli studenti spingendoli, come in questo caso, "a mettere il naso" dentro la realtà dei fatti, è stato organizzato da BioDna, Expolab e Nutrigen, con il coordinamento di Gianni De Luca, capo redattore della rivista Allevatore, che ha spiegato come il nuovo codice della strada rumeno che vieta il traino di carretti con cavalli sulle strade, abbia paradossalmente creato abbondanza di offerta di carne di cavallo e analoga richiesta di usato di trattori. «Questo - ha detto - è un "non problema" alimentare: una multinazionale ha fatto una figuraccia e si è dimostrato che la tracciabilità funziona».

Il professor Piersandro Cocconcelli, direttore di ExpoLab, è stato molto chiaro su un concetto: «In Europa la sicurezza alimentare è la migliore del pianeta - ha affermato - . Il problema della Bse ha dato impulso ad un sistema di controllo ottimale, che tutta via va armonizzato tra gli Stati membri. In Europa oggi la filiera dal campo alla tavola è costantemente sotto osservazione. I rischi sono dunque minimi, ma la percezione del rischio nel consumatore è sempre elevato. Occorre distinguere tra la valutazione scientifica del rischio, la sua gestione da parte degli organi politici e la comunicazione. Ecco, quest'ultima è a mio avviso la fase più carente».

Anche sul fatto di cronaca il giudizio è molto netto: «Il punto non è la sicurezza della carne, quanto il fatto che il contenuto di un prodotto deve essere dichiarato e rintracciabile dal consumatore, perché qui si inserisce anche un fatto culturale, dal momento in cui, ad esempio in Inghilterra, i cavalli sono considerati alla stregua di cani e gatti» aggiunge Cocconcelli. Altro punto poi è l'origine del cavallo. «Si cerca di comprendere se gli animali che arrivano nel piatto sono di origine alimentare, perché in quelli sportivi si possono utilizzare sostanze non adatte all'uomo».

Un tema ripreso Marco Delle Donne dell'Asl, e che le analisi al momento portano ad escludere. Delledonne ha ricordato la normativa di riferimento (Ue 882/2004), il "pacchetto-igiene" sulla conformità dei mangimi, degli alimenti e del benessere animale. «Il fato che si verifichino molti controlli - ha ribadito Delledonne - non esime i produttori da un atteggiamento di massima responsabilità. I poteri delegati alle Regioni hanno determinato costi e difformità nell'applicazione dei controlli per cui ora occorre lavorare per assicurare uniformità. Ogni Regione si organizza in proprio. In Emilia Romagna sono le Asl, Dipartimento di sanità, che si occupano di prevenzione anche nel settore alimentare. A Piacenza si coordinano le unità operative per evitare il sovrapporsi di controlli. Rintracciablità significa sapere cosa entra e cosa esce, ma ne occorre anche una interna che certifichi l'utilizzo di ogni lotto che entra nelle produzioni, al fine, in caso di problemi, di eliminare con precisione partite difettose e contenere dunque i costi.

Nel dibattito sono intervenuti anche Licia Colli e Luigi Lucini, che svolgono la loro attività nei centri di ricerca dalla facoltà BioDna e Nutrigen, e hanno trattato dei sistemi di tracciabilità e rintracciabilità molecolare degli alimenti attraverso l'analisi di Dna e proteine. I ricercatori hanno spiegato che oggi il sistema di controllo può contare su sofisticati strumenti scientifici di rintracciabilità dei componenti degli alimenti, assicurando un grande controllo dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole.