L’intero fondo librario costruito da Julien Ries nel corso della sua lunga attività di ricerca trova casa all’Università Cattolica. Il novantenne sacerdote belga, tra i maggiori studiosi viventi di antropologia religiosa, ha donato all’Ateneo del Sacro Cuore di Milano la sua biblioteca, la totalità dei suoi manoscritti, appunti e fogli relativi a corsi e, soprattutto, le corrispondenze che ha avuto con storici delle religioni di tutto il mondo. Un lascito prezioso di circa 8.000 esemplari tra libri editi e inediti - per ora ne sono arrivati 3.000 -.

Le carte e i libri donati dall’antropologo belga sono ospitati dall’Archivio Julien Ries per l’antropologia religiosa che fa capo al Centro di Ateneo per la dottrina sociale della chiesa. Perché l’archivio “Julien Ries” sia così importante lo spiega Natale Spineto, storico delle religioni dell'Università di Torino, che con il sacerdote di Lovanio ha avuto la fortuna di lavorare, conoscendone a fondo l’opera e la biblioteca. «Ries, che sta per compiere 90 anni, ne ha dedicati 70 agli studi religiosi - spiega -. Anni in cui si è rivelato anche un grande bibliofilo. Nella sua lunga attività ha sempre prestato un occhio di riguardo ai libri». Va a lui, infatti, il merito di aver fondato il Centre d'Historie des Religions, che ancora oggi presiede, reintegrando il patrimonio librario dell’Università di Lovanio che nel ’68, con la contestazione studentesca, subì gravi perdite in seguito alla scissione dell’ateneo. «In questi anni sono passati dal Centro - racconta Spineto - circa un milione e 600mila volumi, di cui 400mila reintegrati e i rimanenti venduti o donati alle biblioteche di Paesi in via di sviluppo. Dando invece un occhio al fondo donato alla Cattolica, esso comprende enciclopedie, opere di consultazione, riviste che vanno dai primi anni del XX secolo fino ai giorni nostri. Vi sono libri che rispecchiano i diversi settori di cui Ries si è occupato: dallo gnosticismo al manicheismo, dall’ebraismo all’induismo, dall’Iran antico alla Mesopotamia, più una parte filosofica e teologica. Si tratta, in sostanza, di una biblioteca sistematica, in cui un ricercatore potrà trovare ciò di cui ha bisogno per una solida ricerca di storia delle religioni. Ma anche un luogo che farà sì è che il patrimonio di Ries continui a vivere, soprattutto presso chi ha nutrito e nutre interesse nei confronti di una antropologia religiosa quale chiave interpretativa dei problemi della società odierna», conclude Spineto.